Il caso Inl, da Milano a Napoli vincitori di concorso in fuga
Le forti carenze organiche che oramai investono tutte le Pa, con concreti rischi di tenuta dei servizi pubblici, sono sotto gli occhi di tutti. In Italia manca un dipendente pubblico su tre, mancano medici, infermieri, insegnanti, funzionari. Sempre più enti si ritrovano diversi vincitori di concorso che, convocati per la sottoscrizione dei contratti individuali, rinunciano alla presa in servizio.
L’ultimo caso è quello dell’Ispettorato nazionale del Lavoro. Agli Ispettorati territoriali come quello di Milano e Lodi, su 76 funzionari convocati per l’assunzione, solo 33 hanno preso servizio. Stessa situazione all’Inl di Roma, dove sui 52 attesi solo 15 si sono presentati. A Bologna, Belluno, Vicenza, Varese, Cremona, Prato e Pistoia nessuno dei convocati si è presentato per la presa in servizio. A Genova si è presentato 1 su 25, a Udine, Pordenone e Benevento 1 su 4, ad Asti, Alessandria e Imperia 1 su 5, a Modena 4 su 12, a Brescia 7 su 16, a Mantova 2 su 8, a Torino 9 su 39, a Padova 6 su 17, a Bari 3 su 16, a Pisa 2 su 8, a Verona 1 su 6 e a Napoli 19 su 32.
Una situazione preoccupante che dovrà essere affrontata per evitare un depotenziamento delle attività di vigilanza, specie nelle realtà più produttive del Paese e in quelle dove vi è un’alta percentuale di lavoro sommerso e illegale.
L’Inl è una strategica agenzia governativa, che 2021, ha effettuato 91.504 controlli sulle aziende, con 62.710 ispezioni definite, di cui 39.052 hanno evidenziato illeciti.
Le attività ispettive condotte nel 2021 da Inl, Inps e Inail hanno totalizzato 84.679 ispezioni, e hanno consentito di contestare irregolarità e tutelare 480.119 lavoratori con un aumento di circa l'80% sul 2020. Questa attività ha consentito di assicurare il recupero di contributi e premi evasi per 1,11 miliardi (ultimo rapporto Inl).
A fine 2021 risultano in campo 3.848 persone, di cui 2.294 ispettori civili dell’Inl, 942 dell’Inps, 223 dell’Inail, 389 Carabinieri. Il tutto mentre i dati Inail riportano un quadro allarmante sugli infortuni nei luoghi di lavoro.
Occorre interrogarsi sui reali motivi che inducono tantissimi giovani laureati a rinunciare ad un posto di lavoro nelle Pa e all’Inl a fronte di un concorso superato. Secondo noi le ragioni sono diverse.
La prima è ravvisabile negli attuali livelli retributivi dei dipendenti pubblici. La seconda risiede nell’assenza totale di prospettive di carriera nelle Pa, per cui chi vince oggi un concorso da funzionario, tra 20 anni si troverà con la stessa retribuzione d’ingresso.
La recente spinta inflazionistica non aiuta, visto l'incremento del costo dei beni primari, alimentari, trasporti, energia, a cui si aggiungono onerosi costi di affitto, specie nelle città metropolitane e quindi non consente loro di vivere una vita dignitosa.
Infine, ad appesantire il quadro vi è stata la mancata perequazione dell’indennità di amministrazione per i dipendenti dell’Inl, esclusi a differenza dei dipendenti dei ministeri. Sono errori voluti e perpetrati da tutto il fronte politico che si è succeduto negli ultimi 15 anni, per superare i quali è necessaria una diversa strategia che punti ad assicurare a tutte le Pa il personale necessario, non mancando di valorizzarlo e remunerarlo al meglio, in modo da rendere attrattivo, onorabile e dignitoso servire il proprio Paese.