Amministratori

Il Cipe a Giorgetti, la delega tlc resta a M5S

Sarà Giancarlo Giorgetti ad avere in mano le chiavi del Cipe. Dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio e braccio destro di Matteo Salvini passeranno quindi tutti i dossier sul finanziamento delle grandi opere infrastrutturali. Un ruolo meno visibile di quello di un ministro ma con un peso enorme. Per controbilanciarlo la competenza sui fondi di coesione Ue sarà affidata alla ministra per il Sud Lezzi e non, come si era detto in prima battuta, al ministro per gli Affari europei Paolo Savona. Anche la Lezzi però dovrà fare i conti con il Cipe visto che il cofinanziamento dei programmi nazionali viene comunque deciso a Palazzo Chigi. Accordo fatto anche sui viceministri dell’Economia. Saranno la pentastellata Laura Castelli e il leghista Massimo Garavaglia mentre Stefano Buffagni (M5s) sarà sottosegretario con delega alle partecipate. La decisione verrà ufficializzata in settimana al prossimo Consiglio dei ministri.

Continua invece a ballare il nome del futuro direttore generale del Mef. Fonti politiche danno per fatto l’accordo su Antonio Guglielmi, capo dell’equity market di Mediobanca, le cui posizioni fortemente euroscettiche mal si conciliano però con le rassicurazioni fornite domenica nell’intervista al Corriere della sera dal ministro dell’Economia Giovanni Tria.

Una partita quella sul Mef che si intreccia inevitabilmente anche con il rinnovo dei vertici di Cassa depositi e prestiti. Tant’è che si sta valutando uno slittamento della presentazione delle liste direttamente al 28 giugno, quando l’assemblea è indetta in seconda convocazione. L’ipotesi è la presentazione di una lista unica, tra ministero dell’Economia e fondazioni, e questa procedura consentirebbe di presentare la lista direttamente il giorno dell’assemblea. Tra i papabili, per la poltrona dell’ad, restano in corsa Dario Scannapieco (vicepresidente Bei), Fabrizio Palermo (cfo di Cdp), mentre il niet dei 5 Stelle ha fatto perdere quotazioni alla candidatura di Massimo Sarmi («non rappresenta il cambiamento», ha detto ieri il deputato Stefano Buffagni). Alla Lega andrà un viceministro allo Sviluppo per la previdenza (Alberto Brambilla) mentre le Tlc - come ha fatto capire ieri lo stesso Salvini - potrebbero rimanere in capo a Di Maio.

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