Fisco e contabilità

Il consolidato mette in luce il patrimonio netto

Sotto esame dei revisori il documento da approvare entro il 30 settembre

di Andrea Biekar

Al vaglio dei revisori il bilancio consolidato dell’esercizio 2021 da approvare entro il 30 settembre. Il documento è contraddistinto dai nuovi schemi di Patrimonio Netto introdotti dal 13° decreto correttivo. L’esposizione del Patrimonio netto e del Risultato di esercizio di terzi non sarà più indicata come un “di cui” delle corrispettive voci, ma sarà a sé stante. Inoltre la colonna 2020 del patrimonio netto potrà essere valorizzata, solo a livello di totale, come avvenuto nel rendiconto 2021.

Per supportare il controllo dei revisori, il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili ha pubblicato lo schema di relazione, con allegata check list.

L’organo di controllo è chiamato a verificare l’elenco degli enti, aziende e società che compongono il Gruppo di amministrazione pubblica (Gap) e il successivo perimetro di consolidamento. Su quest’ultimo, particolare attenzione dovrà essere posta alle esclusioni per irrilevanza o mancanza di informazioni le cui motivazioni dovranno essere accertate dai revisori nella nota integrativa. Sotto la lente anche la tempistica, della corrispondenza tra capogruppo e soggetti da consolidare, su modalità e tempi di trasmissione dei documenti e delle istruzioni per adeguare i bilanci degli enti/società ai principi omogenei di gruppo e dei criteri di valutazione delle poste di bilancio.

È indispensabile che l’ente renda uniformi i bilanci da consolidare dal punto di vista temporale, formale e sostanziale. La Corte dei Conti, sul punto, è molto attenta e richiede un’analisi per identificare le differenze di principio tra i postulati contabili del gruppo e quelli adottati dalle sue partecipate. Le eventuali discordanze comportano rettifiche di preconsolidamento . Laddove una difformità sia mantenuta perché ritenuta più idonea a fornire una rappresentazione veritiera e corretta, l’ente dovrà darne menzione nella nota integrativa. È fatta salva la possibilità di appurare la non rilevanza, in termini quantitativi e qualitativi, della differenza.

Il cuore della procedura di consolidamento è rappresentato dall’eliminazione delle operazioni infragruppo.

Uno dei controlli essenziali è la verifica della riconciliazione tra i saldi patrimoniali ed economici, tenendo conto anche delle asseverazioni crediti e debiti allegate al rendiconto 2021 della capogruppo. Con discordanze significative, i revisori dovranno fare i rilievi e analizzare la nota integrativa, che deve contenere informazioni sui criteri di valutazione applicati dal gruppo e le principali variazioni consolidate patrimoniali ed economiche rispetto all’esercizio precedente.

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