Fisco e contabilità

Il Covid non ferma gli investimenti comunali: +3,6% nel 2020 bloccato dalla pandemia

Il dato è stato presentato ieri dall'Anci nell'audizione parlamentare sul Def

di Gianni Trovati

Il Covid che ha bloccato l'economia non ha fermato la crescita degli investimenti dei Comuni. L'anno scorso, mentre il Pil del Paese registrava una perdita dell'8,9% priva di precedenti nella storia del Dopoguerra, i pagamenti delle spese in conto capitale da parte dei Comuni crescevano del 3,6%, rispetto a un 2019 che aveva visto un aumento record del 14,6% rispetto all'anno precedente.

Il dato, presentato ieri dall'Anci nell'audizione parlamentare sul Def, ha un significato particolare. Perché arriva alla vigilia del varo di un Recovery Plan, atteso a fine settimana in consiglio dei ministri, che proprio sugli investimenti pubblici poggia gli obiettivi di ricostruzione economica del Paese e di recupero del Pil perso non solo nella pandemia ma nella stagnazione ventennale che l'ha preceduta.

I numeri del documento illustrato dal responsabile per la finanza locale dell'Anci Alessandro Canelli (sindaco di Novara) mostrano che il traino è arrivato soprattutto dalle grandi città (+13,2% di pagamenti 2020 rispetto al 2019 nei Comuni sopra i 250mila abitanti), ma che anche i Comuni più piccoli hanno tenuto il passo dei migliori (+8,3%) mentre qualche problema in più si incontra nelle città medie (nella fascia 100mila-250mila abitanti) e ancora una volta al Sud.

Dai numeri, nell'ottica dei sindaci, arriva una lezione chiara per il Recovery Plann. Che deve puntare tutto sul rapporto diretto con gli enti locali che gestiscono in prima fila i progetti, e deve fluidificare le procedure con una serie di semplificazioni contabili sull'onda della tendenza anticipata per le amministrazioni più piccole. Due fronti su cui il governo è attivo: giovedì 21 aprile è in programma al Mef una riunione della commissione Arconet che dovrà mettere in fila le semplificazioni necessarie alla gestione delle risorse locali, in vista dei decreti "collegati" al Recovery che il governo ha intenzione di approvare a partire dalla prima metà di maggio. E lo snellimento delle intermediazioni fra i livelli di governo dovrebbe essere una delle stelle polari della governance del Recovery, anch'essa da disegnare in uno dei decreti in arrivo.

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