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Il governo approva la riforma dei concorsi - Brunetta: si chiude un cerchio

Primo via libera in consiglio dei ministri al decreto del Presidente della Repubblica che riscrive il vecchio testo unico

di Gianni Trovati

Primo via libera in consiglio dei ministri al decreto del Presidente della Repubblica che riscrive il vecchio testo unico dei concorsi pubblici del 1994 (si veda anche NT+ Enti locali & edilizia di ieri). Il provvedimento è uno snodo importante nell'attuazione della riforma del pubblico impiego che il cronoprogramma del Pnrr (missione 1, componente 1-58) chiede di completare entro il 30 giugno 2023. Ma il ministro per la Pa Renato Brunetta, che al Recovery ha voluto improntare l'intera sua attività di governo, ha corso per anticipare tutto l'anticipabile e mettere al sicuro dalle incognite politiche la quota più ampia possibile del programma Pnrr: nella consapevolezza che senza un rafforzamento profondo della Pa anche larga parte delle altre missioni e programmi rischiano di rimanere confinate nella carta su cui sono scritte. «Con il via libera del consiglio dei ministri al Dpr e al contratto sanità – dice il ministro – si chiude il cerchio per il rilancio del capitale umano pubblico».

Ma al di là delle grandi strategie, il Dpr che ora va all'esame della Conferenza Unificata con gli enti territoriali e del Consiglio di Stato per i pareri indispensabili al via libera finale offre molte novità pratiche di diretto interesse per i futuri candidati a un posto pubblico.

Le novità più rilevanti riguardano il deciso aggiornamento dei meccanismi di tutela per i soggetti potenzialmente più deboli nei concorsi. L'iniezione di contemporaneità nelle regole delle selezioni pubbliche riguarda prima di tutto le tutele di genere. Ogni amministrazione dovrà inserire nel bando la propria attuale situazione in termini di rappresentanza dei generi, e quando il divario supera il 30% dovrà applicare il titolo di preferenza che a parità di curriculum e punteggio premia i rappresentanti del genere meno rappresentato. L'unica deroga scatta quando la tutela è resa impossibile dal quadro delle domande arrivate alla selezione. Ricca di novità è poi la parte di tutele specifiche per chi non può partecipare alle prove nelle date stabilite dal calendario per ragioni di gravidanza o allattamento, con la richiesta alle amministrazioni di prevedere stanze dedicate a questo tipo di accudimento. Nella valutazione del servizio, poi, i periodi di maternità (o paternità) dovranno essere equiparati in tutto e per tutto alla presenza.

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