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Il Pnrr spinge tramite Inps l’accesso digitale alla Pa

Digitalizzazione dei servizi dell'istituto anche in chiave di spinta allo Spid

di Carmine Fotina

Lo Spid, il sistema pubblico di identità digitale arrivato a 23 milioni di utenze, è avidamente a caccia di servizi che ne aumentino l’appeal e quindi facciano decollare il numero delle adesioni. Una scelta che ha portato effetti, in questo senso, è stata la graduale migrazione per accedere ai servizi Inps dal Pin allo Spid. La digitalizzazione dei servizi dell’istituto di previdenza, anche in chiave di spinta allo Spid, è stata inserita tra i progetti finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) con una dote di 180 milioni: è partita la fase attuativa che conterà su una prima tranche di circa 80 milioni già nel 2021.

Il Pnrr interviene a sostegno del “Piano strategico Digitale 2020-2022” e del “Piano strategico Ict 2020-2022”, adottati dal consiglio di amministrazione dell’Inps. Si sta innanzitutto lavorando al nuovo portale (nel Pnrr il progetto “one click by design”, 12 milioni nel 2021 e 18 nel biennio successivo) che avrà il compito di semplificare l’accesso ai servizi da parte degli utenti, anche con strumenti di intelligenza artificiale. «Gestiamo circa 450 servizi online - dice Vincenzo Caridi, direttore centrale tecnologia informatica e innovazione - e dobbiamo migliorare l’esperienza d'uso. Ci saranno dei rilasci parziale del portale già nel 2022 per arrivare alla versione definitiva entro il 2023». Lo stato di una serie di pratiche che si possono attivare direttamente dal portale sarà progressivamente disponibile anche sull’app Io.

Guarda invece più alla revisione dei processi organizzativi interni, alla formazione orientata alla gestione del cambiamento digitale il progetto “trasformazione digitale 4.0” che il Pnrr finanzia con 70 milioni nel primo anno e 80 nel 2022-2023. «Il contributo del Pnrr - osserva Roberto Lancellotti, membro del cda dell’istituto e del comitato consultivo per la Pa digitale istituito dal ministro Colao - si inserisce comunque in una dinamica di investimenti dell’Inps in Ict che nel 2020, con una crescita del 24,5%, hanno raggiunto 150 milioni. Lo sforzo che stiamo compiendo si sta sviluppando in circa 70 singoli progetti tra digitalizzazione, innovazione tecnologica, change management».

Il 2020, segnato dai provvedimenti di emergenza contro la crisi, è stato un vero stress test con i volumi eccezionali e imprevedibili di domande di prestazioni, i problemi del click day e la denunciata incursione hacker. Le transazioni informatiche (che includono anche gli accessi interni via intranet) sono state 6,5 miliardi. I servizi erogati online, relativi alle domande dell'utenza esterna, sono stati 683 milioni contro i 558 milioni riportati nel rapporto annuale 2019 (+22%).

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