Personale

Impiego pubblico, «sì» al risarcimento per la somministrazione a termine illegittima

Ma niente trasformazione del contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato

di Andrea Alberto Moramarc

Le regole previste per le ipotesi di abusiva reiterazione di contratti a termine da parte di una pubblica amministrazione valgono anche per i contratti di somministrazione di lavoro in cui l'utilizzatore è una pubblica amministrazione. A dirlo è la Sezione lavoro della Cassazione con la sentenza n. 3815 del 15 febbraio 2021. Per la Suprema corte, dunque, non può esserci la trasformazione del contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, ma il lavoratore può ottenere un risarcimento del danno con esonero dell'onere probatorio nella misura e nei limiti di quanto previsto dall'articolo 32, comma 5 della legge 183/2010 (Collegato lavoro), ovvero tra un minimo di 2,5 e un massimo di 12 mensilità dell'ultima retribuzione globale di fatto.

Il caso
La vicenda oggetto della decisione riguarda un contratto di somministrazione di lavoro, relativo al periodo 2006-2012, in relazione al quale una lavoratrice prestava la sua attività in favore dell'Inps. In seguito, questo contratto veniva dichiarato dal Tribunale invalido per genericità della causale, sostanzialmente perché l'ente di previdenza non aveva fornito la prova dell'esistenza di ragioni organizzative che legittimassero il ricorso alla somministrazione a termine.
La Corte d'appello aggiungeva poi che, data l'impossibilità di conversione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro, trattandosi di impiego pubblico, era possibile riconoscere il diritto al risarcimento del danno, secondo la misura stabilita dall'articolo 32 della legge n. 183/2010, che nella fattispecie veniva individuato in 7 mensilità.
L'Inps, tuttavia, non ha accettato il verdetto e si è rivolta in Cassazione, sostanzialmente contestando l'applicabilità al contratto di somministrazione di lavoro dei principi elaborati dalla giurisprudenza per l'abusiva reiterazione dei contratti per i lavoratori a tempo determinato della pubblica amministrazione.

La decisione
La Suprema corte ha confermato però la decisione della corte territoriale spazzando via ogni dubbio circa l'applicabilità anche alla somministrazione delle regole fissate dalla giurisprudenza per l'illegittima reiterazione di contratti a temine da parte del datore di lavoro pubblico. La Suprema corte, in particolare, ha ipercorso le tappe legislative e giurisprudenziali, comunitarie e nazionali, sia sull'annosa questione dell'illegittimità dell'utilizzo ripetuto di forme di lavoro nel settore pubblico, sia sulla specifica disciplina della somministrazione di contratti di lavoro. Riguardo a quest'ultima deve riconoscersi «l'operatività di regole risarcitorie identiche a quelle ricavate nel contesto generale dei contratti a termine illegittimi» con la pubblica amministrazione, al fine di prevenire abusi da parte dei datori di lavoro pubblici.
Pertanto, il dipendente che abbia subito la illegittima precarizzazione del rapporto di impiego, quantunque derivante da contratto di somministrazione, non può ottenere la trasformazione del contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato; ma può ottenere il risarcimento del danno con esonero dell'onere probatorio nella misura e nei limiti di quanto previsto dall'articolo 32 comma 5 della legge 183/2010.

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