Fisco e contabilità

Imu esente se l’onere scolastico è sotto la media per studente

Norma di interpretazione sull’attività negli immobili degli enti non commerciali

di Gabriele Sepio e Vincenzo Sisci

Approvati in Commissione gli emendamenti alla legge di Bilancio sull’esenzione Imu per enti scolastici e sanitari non commerciali e sull’attuazione del Piano nazionale per l’economia sociale.

Sul fronte Imu, l’emendamento chiarisce, in via di interpretazione autentica, che le attività didattiche svolte negli immobili posseduti e utilizzati dagli enti non commerciali (Enc) si considerano non commerciali se il corrispettivo medio (Cm) richiesto alle famiglie è inferiore al costo medio per studente (Cms), ossia al valore-parametro pubblicato annualmente dal ministero dell’Istruzione e del merito. Una modifica richiesta da tempo dagli istituti paritari che consente di superare l’impostazione restrittiva cristallizzata nel Dm 200/2012 e avallata dalla giurisprudenza tributaria.

Il Dm era stato adottato nel contesto della procedura d’infrazione UE sull’allora esenzione Ici, censurata come aiuto di Stato. In quella fase si scelse di assumere quali criteri dirimenti la gratuità del servizio o la richiesta di corrispettivi meramente simbolici: una soluzione non idonea a sostenere la complessità organizzativa di realtà come le paritarie. Nel frattempo, il sistema scolastico si è strutturato attorno al paradigma del costo standard per studente, assunto quale indice minimo per garantire il servizio educativo, confermato anche dalle istruzioni al modello di dichiarazione Imu-Enc.

Ne è derivato un cospicuo numero di contenziosi, in cui la Cassazione, vincolata ai parametri regolamentari della gratuità o del corrispettivo simbolico, non ha potuto che valorizzare il dato formale, negando l’esenzione anche in presenza di rette manifestamente inidonee a remunerare i servizi prestati.

L’emendamento interviene su questo punto, chiarendo finalmente che l’esenzione Imu spetta agli enti non commerciali che, nel concreto svolgimento dell’attività didattica, richiedono corrispettivi medi non superiori al costo medio per studente, come determinato dal ministero dell’Istruzione. Resta tuttavia ferma, pur nell’ambito di una norma qualificata come di interpretazione autentica, la previsione secondo cui non si dà luogo al rimborso delle somme già versate. Ne deriva un effetto differenziato: il nuovo parametro Cm/Cms è destinato a orientare l’esito dei giudizi pendenti avverso gli avvisi di accertamento, mentre nei procedimenti promossi a seguito di istanze di rimborso l’imposta già corrisposta rimane definitivamente acquisita all’erario.

L’emendamento interviene altresì sulle attività sanitarie e assistenziali, confermando l’impostazione già accolta dal Dm 200/2012, con alcune precisazioni di rilievo. Tali attività si considerano non commerciali quando risultano accreditate, contrattualizzate o convenzionate con lo Stato, le Regioni o gli enti locali e sono svolte in funzione complementare o integrativa rispetto al servizio pubblico, con prestazione di servizi gratuiti, salva la previsione di eventuali importi di partecipazione alla spesa richiesti agli utenti. L’emendamento chiarisce che le forme di compartecipazione degli utenti (ticket sanitari) costituiscono strumenti di cofinanziamento necessari a garantire la copertura del servizio universale.

Un altro emendamento istituisce presso il ministero dell’Economia il Comitato di esperti incaricato di svolgere le attività di studio e ricerca previste per l’attuazione delle misure contenute nel Piano nazionale per l’economia sociale. Un documento, quest’ultimo, sottoposto da poco alla consultazione pubblica e elaborato da un gruppo di lavoro presieduto dal sottosegretario Lucia Albano. Si tratta di un tassello fondamentale che per la prima volta consentirà di riunire gli enti di rappresentanza dell’economia sociale (come la cooperazione, il terzo settore, lo sport, gli enti religiosi) dotandoli di uno spazio istituzionale condiviso. Fisco, finanza e armonizzazione delle regole sugli aiuti di stato alcuni dei punti qualificanti su cui gli enti saranno chiamati a misurarsi per promuovere l’inserimento dell’economia sociale nelle politiche del Paese.

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