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Cuneo fiscale, in busta fino a 100 euro di aumento per sei mesi

Il governo prevede un mese in più, il taglio sale a 7 punti fino a 25mila euro di reddito e a 6 fino a 35mila. Cambiano i contratti a termine

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di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

Con poco più di 4 miliardi il governo Meloni conferma per il 2023 l’ulteriore intervento sul cuneo contributivo di quattro punti. In questo modo, per le retribuzioni annue lorde fino a 25mila euro la riduzione dei contributi a carico del lavoratore sale a 7 punti complessivi (i nuovi 4 + 3 punti già previsti con la manovra 2023). Nella fascia retributiva tra 25 e 35mila euro la sforbiciata cresce fino a 6 punti totali (i nuovi 4 + i 2 punti già previsti da gennaio). Questo maxi sconto, che vale fino a 100 euro al mese - sommando il nuovo taglio a quello attualmente in vigore -, per le retribuzioni fino a 25mila comporterà, ha spiegato ieri il ministro del Lavoro, Marina Calderone intervenuta a Radio24, «una riduzione di circa il 70% del prelievo contributivo. Per chi ha fino a 35mila euro di reddito siamo al 60%». Calderone ha poi confermato l’impegno del governo «a lavorare per creare le condizioni per rendere strutturale questo intervento», seppur in un quadro di prudenza e di attenzione ai conti pubblici.

Un comunicato stampa del ministero dell’Economia, diffuso il 1° maggio al termine del Cdm sul lavoro, ha evidenziato che l’aumento in busta paga (fino a 100 euro) avverrà «nel periodo luglio-dicembre», anche se nell’ultima bozza di Dl Lavoro, datata 1° maggio, si fa ancora riferimento «ai periodi di paga dal 1° luglio 2023 al 30 novembre 2023». Anche la premier Giorgia Meloni, al termine del Cdm del 1° maggio, ha parlato di aumenti fino a dicembre.

L’ultima bozza di testo conferma, sempre in chiave anti rincari, 142 milioni per innalzare fino a 3mila euro (dagli attuali poco più di 258 euro), per tutto il 2023, il limite di non imponibilità dei fringe benefit dati ai lavoratori dipendenti con figli a carico, tra le prestazioni è incluso il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale.

Cambia ancora la norma sui contratti a termine, che manda in soffitta il decreto Dignità. Si riscrivono le causali: i contratti a termine potranno salire da 12 a 24 mesi nei casi previsti dai contratti collettivi (nazionali o aziendali), o in sostituzione di altri lavoratori, oppure, in caso di mancata previsione nella contrattazione collettiva, per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, individuate dalle parti entro il termine del 30 aprile 2024. Calderone ha difeso l’intervento, che non apre a nuova precarietà: «Il 97% dei contratti a tempo determinato durano meno di 12 mesi - ha ricordato il ministro del Lavoro -. Il cambiamento riguarda meno del 3% dei contratti».

Sempre nell’ultima versione della bozza del Dl è comparsa anche la previsione, per i lavoratori a termine con contratto di 24 mesi sottoscritto successivamente all’entrata in vigore del presente decreto, con l’eccezione delle attività stagionali, di una “una tantum” a titolo di welfare di 500 euro, se al termine della durata il contratto di lavoro non è trasformato a tempo indeterminato. Il limite di 24 mesi non si applica ai contratti a tempo determinato stipulati dalle pubbliche amministrazioni, dalle università private, incluse le filiazioni di università straniere, istituti pubblici di ricerca, società pubbliche che promuovono la ricerca e l’innovazione, ovvero enti privati di ricerca e lavoratori chiamati a svolgere attività di insegnamento, di ricerca scientifica o tecnologica.

Nella nuova bozza entra anche un mini pacchetto Cigs. Per le aziende (Ilva) che non hanno potuto completare il piano di riorganizzazione si autorizza una nuova dose di cassa integrazione straordinaria fino al 31 dicembre per salvaguardare l’occupazione (13 milioni quest’anno). Proroga di ulteriori sei mesi di Cigs anche per i lavoratori di Alitalia in amministrazione straordinaria. La Cigs potrà proseguire anche successivamente alla conclusione dell’attività del commissario e in ogni caso non oltre il 30 giugno 2024, anziché il 31 dicembre 2023. La proroga dei trattamenti è riconosciuta nel limite di 193,6 milioni per il 2023 e di 135,1 milioni per il primo semestre del 2024.

Tra gli ultimi ritocchi anche la norma sul contratto di prestazione occasionale nel settore turistico e termale. Si prevede di far salire il compenso da 10mila a 15mila euro per gli utilizzatori che operano nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e dei parchi divertimento. Sempre solo in questi settori posso utilizzare lo strumento gli utilizzatori che hanno alle proprie dipendenze fino a venticinque lavoratori subordinati a tempo indeterminato.

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