Personale

In manovra lo sblocco dei premi in busta paga (e 300 milioni per le Pa centrali)

In arrivo nuovi parametri sui bonus con limiti fissati sulla media pro capite

di Gianni Trovati

Dopo lungo e articolato confronto tra la Funzione pubblica e la Ragioneria generale dello Stato, con la manovra arriverà lo scongelamento dei premi di risultato ai dipendenti pubblici. A Palazzo Vidoni si tifava per una cancellazione totale del tetto che oggi blocca i premi ai livelli del 2016; alla Ragioneria si faceva resistenza calcolando un costo oltre i 2 miliardi in caso di via libera totale. Il punto di caduta saranno nuove regole: fondate su un finanziamento aggiuntivo vicino ai 300 milioni per le pubbliche amministrazioni centrali, e su nuove griglie con parametri più morbidi per gli enti territoriali (che si finanziano da soli le buste paga dei loro dipendenti). I criteri dovrebbero essere articolati in base a valori massimi pro capite per i premi, in un’ottica che premierebbe in particolare i Comuni, dove i bonus sono decisamente più bassi rispetto agli altri settori dell’amministrazione.

L’accordo in via di definizione è stato annunciato ieri dal ministro per la Pa Renato Brunetta nella conferenza stampa tenuta insieme al presidente dell’Anci Antonio Decaro per presentare il progetto «Piccoli», dedicato al rafforzamento della capacità amministrativa dei mini-enti (si veda NT+ Enti locali & edilizia di ieri) . Le nuove regole, ha ricordato il ministro, aiuteranno il confronto finale sui contratti con «gli amici dei sindacati», e renderanno operativo in modo «opportunamente regolato» il superamento del blocco al salario accessorio previsto dal Patto per il lavoro pubblico siglato con il premier Draghi il 10 marzo. L’altra novità in arrivo per gli enti locali è il finanziamento per rivedere al rialzo le indennità dei sindaci, a partire dai piccoli Comuni. I calcoli sono in corso, ma i progetti di revisione in corso indicano la necessità di una copertura intorno ai 220 milioni.

Nel nuovo decreto sul Recovery, atteso la prossima settimana, sarà invece introdotta una nuova dotazione al Formez per supportare i concorsi digitali nei piccoli enti. Mentre è appena stato pubblicato in Gazzetta il bis del Concorso Sud per reclutare i 2.022 tecnici che il primo tentativo non è riuscito a trovare (si veda NT+ Enti locali & ediliza del 19 ottobre). L’inversione di marcia è netta», ha rivendicato Brunetta nel confronto con «anni in cui le norme sul personale erano solo tagli».

«I piccoli Comuni sono l’ossatura del Paese», ha ricordato Decaro spiegando che «su 7.094 Comuni italiani 5.490 hanno meno di 5mila abitanti, e coprono il 54% del territorio nazionale». Per loro è nato il progetto «Piccoli» sviluppato da Funzione pubblica con Anci e finanziato con 42 milioni del Pon Governance. Per concorrere ai fondi sono stati presentate manifestazioni d’interesse da 1.988 i Comuni, per progetti di rafforzamento delle aree contabilità, personale e tributi (24%), Smart Working (22%), appalti (19%), semplificazione (18%) e gestione associata dei servizi (17%). L’Anci sta supportando i Comuni nei Piani di intervento: 471 enti hanno già trasmesso il piano alla Funzione pubblica, 552 hanno concluso l’analisi dei fabisogni e in altri 612 i lavori sono in corso.

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