In ministeri e regioni arriva il jolly per i titolari di incarichi in aspettativa
In un emendamento al testo del decerto taglia-prezzi approvato in commissione alla Camera
Non c’entra molto con le «misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina» a cui il decreto 21 è intitolato. Ma l’emendamento 32.8 approvato in commissione alla Camera e destinato a rimanere nel testo finale della legge di conversione fa pescare il jolly a qualche centinaio di dipendenti pubblici. Si tratta del personale in aspettativa presso la propria amministrazione perché titolare di un incarico (gli «articoli 19», in gergo) in un ministero o in una regione, magari in un ufficio di staff di qualche ministro, presidente o assessore.
L’amministrazione che ha dato l’incarico, spiega l’emendamento, potrà inquadrare nei propri ruoli gli incaricati, che quindi cambieranno definitivamente casa. Un passaggio non banale soprattutto per i dipendenti degli enti locali che potranno traslocare in regione o in un ministero, dove i livelli retributivi sono migliori.
Naturalmente la stabilizzazione ha un fine nobile, perché risponde all’«obiettivo di potenziamento della capacità amministrativa» a cui è dedicato un gruppo di norme del decreto. Alla stabilizzazione degli incaricati le Pa potranno dedicare fino al 50% delle proprie capacità assunzionali; con una «procedura selettiva per titoli ed esame orale» che, per non sbagliare, dovrà «assicurare la valorizzazione dell’esperienza maturata nello specifico settore di svolgimento dell’incarico espletato».
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