Il CommentoPersonale

Incentivi per attirare professionalità migliori nel Servizio sanitario

di Tiziana Frittelli e Antonio Naddeo

Siamo alle soglie di una necessaria reingegnerizzazione del SSN, senza la quale svaniranno le opportunità di accesso ai fondi europei NGEU e programmazione 2021-2027. I cinque obiettivi di policy sono un’Europa più intelligente, attraverso l’innovazione e la digitalizzazione; più verde; più connessa; più sociale; più vicina ai cittadini. L’obiettivo 4 ha una finalità specifica: garantire la parità di accesso all’assistenza sanitaria e promuovere la resilienza dei sistemi sanitari, comprese le cure primarie e la promozione della transizione dall’assistenza istituzionale a quella basata sulla famiglia e sulla comunità. Per la sanità sono previste quattro aree tematiche: Digitalizzazione, per favorire l’accessibilità sul territorio; Transizione energetica-ambientale (le strutture sanitarie sono energivore); Contesto salute (prevenzione, one health, invecchiamento attivo, integrazione socio-sanitaria); reti, ricerca, innovazione.

Nel disegno complessivo del nuovo SSN è urgente: riprogettare, secondo la vision di prevenzione, prossimità, iniziativa, equità e sostenibilità, i processi di produzione, accompagnati da un assessment dello skil mix change tra medici e altre professioni sanitarie e delle nuove competenze, necessarie ad affrontare la rivoluzione organizzativa per transitare il sistema verso i nuovi bisogni; stabilire i fabbisogni, eliminando ogni imbuto formativo indotto dalla carenza di risorse; pensare a nuovi modelli organizzativi e a nuovi strumenti di reclutamento, formazione e promozione del lavoro e delle necessarie forme di flessibilità (per esempio: team multidisciplinari itineranti).

Senza una riforma del lavoro sanitario pubblico sarà difficile rispondere alle sfide che l’Europa ci sta chiedendo. I meccanismi di reclutamento, di percorsi di carriera, di definizione delle competenze, di retribuzione rispondono ad esigenze organizzative che datano oltre un ventennio e che appaiono irrimediabilmente superate. Il settore pubblico oggi ha scarsa possibilità di attrarre i profili necessari o le professionalità più performanti, perché offre retribuzioni basse e scarse prospettive di carriera, non essendo in grado di costruire un vivaio di giovani talenti o di formarli secondo modelli innovativi. La situazione è particolamente grave perché è necessario arruolare risorse con professionalità tecniche, quasi inesistenti negli attuali assetti organizzativi, per le quali il mercato privato offre prospettive molto migliori. Le linee programmatiche che il ministro Brunetta ha illustrato in Parlamento contengono importanti azioni di riforma proprio nel campo del reclutamento. Occorre - afferma il Ministro - ripensare profondamente i meccanismi di selezione e reclutamento delle persone, focalizzarli meglio sui fabbisogni delle singole amministrazioni.

Sarebbe, inoltre, necessaria una politica contrattuale, per garantire ulteriormente la qualità del sistema, schiacciato su livelli retributivi che non riescono a valorizzare, premiare e differenziare adeguatamente il livello di impegno e capacity e, dunque, garantire la competitività con il settore privato che, anzi, attinge alle migliori risorse formate a carico del mondo pubblico. Inoltre, le risorse migliori vengono attratte dai sistemi sanitari più forti, acuendo l’urban-rural divide.

Occorre aprire subito un tavolo di riflessione che porti ad una riforma di quegli aspetti del lavoro pubblico in sanità, che impediscono di tenere il passo con i nuovi processi organizzativi e di innovazione tecnologica.