Imprese

Infrastrutture, 20 miliardi a rischio stralcio: la mappa di scadenze e trappole del 2023

Interessate metropolitane, dissesto idrogeologico, asili, ferrovie e acquedotti

di Giorgio Santilli

Eccola qui la mappa delle scadenze che nel 2023 rischiano di diventare vere e proprie trappole per le opere infrastrutturali del Pnrr, grandi e piccole, a rischio di ritardi. L'ha messa a punto l'Associazione nazionale dei costruttori monitorando le milestones per il prossimo anno relative a 20 miliardi di investimenti infrastrutturali che dovranno essere realizzati o, più spesso, appaltati. È, sostanzialmente, una prima mappa del rischio e degli interventi che potenzialmente potrebbero essere stralciati dal Pnrr per evitare ritardi che metterebbero in difficoltà l'intero piano. Un rischio più vicino e immediato rispetto a quello di cui parla il ministro per gli Affari europei con delega al Pnrr, Raffaele Fitto, quando dice che il suo monitoraggio dovrà servire a individuare gli investimenti (infrastrutturali e non solo) che appaiono in forte ritardo e potenzialmente non ce la faranno a essere conclusi nel 2023. Rischio più concreto e vicino perché, aldilà delle trattative con la commissione Ue per riscrivere parte del Piano, il mancato raggiungimento di questi obiettivi comporterebbe il mancato raggiungimento delle rate di finanziamento di giugno e dicembre 2023. Sarebbe l'apertura della prima vera grossa crisi formale sul Piano.

Il totale di 20.120 milioni arriva mettendo insieme tutti gli interventi che riguardano il settore dell'edilizia. Ci sono effettivamente, nel tabellone, obiettivi davvero terribili. I cinque che sembrano più impegnativi, al limite della realizzabilità, sono: l'aggiudicazione, entro il quarto trimestre 2023 (T4), di tutti gli appalti relativi agli interventi per la gestione del rischio alluvione e la riduzione del rischio idrogeologico, per un totale di 2.487 milioni; l'aggiudicazione, anche questa entro dicembre 2023 (T4), di tutti gli appalti per la realizzazione di piste ciclabili, metropolitane, filovie e funivie in aree metropolitane (3,6 miliardi); l'aggiudicazione dei contratti di lavori, entro il secondo trimestre (T2), per la costruzione, la riqualificazione e la messa in sicurezza di asili nido, scuole per l'infanzia e servizi di educazione e cura della prima infanzia (3,7 miliardi); l'aggiudicazione entro settembre (T3) di tutti i contratti pubblici relativi agli interventi di investimento sulle reti idriche (2,9 miliardi); l'aggiudicazione entro dicembre (T4) di tutti gli appalti, in capo a Rfi, per il potenziamento, l'elettrificazione e l'aumento della resilienza delle ferrovie per il Mezzogiorno. In quasi tutti i casi si tratta di aggiudicazioni di appalti di lavori che richiedono ci sia alla base almeno un progetto di fattibilità (nel caso di appalti integrati progettazione-lavori) o un progetto esecutivo (nel caso di appalti di soli lavori). In questo secondo caso dovrà essere completato anche il percorso autorizzativo. In tutti i casi colpisce la diffusione sul territorio e la capillarità di questi piani di intervento.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©