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Infrastrutture, 2022 record per i bandi: mandati in gara 83 miliardi di appalti

Osservatorio appalti Cresme: nell'anno 24.769 bandi, solo a dicembre lavori per 21 miliardi trainati dagli 8 miliardi distribuiti dal Mef per le «opere indifferibili». Fs al primo posto con 18 miliardi

di Giorgio Santilli

Il 2022 sarà ricordato come un anno straordinario, totalmente fuori scala, per il settore degli appalti pubblici: l'Osservatorio Cresme-Sole 24 Ore ha rilevato 24.769 bandi di gara per un valore di 83,1 miliardi, che vanno confrontati con i 38,4 miliardi del 2021. L'incremento è del 116% e il solo mese di dicembre ha registrato 20,9 miliardi di lavori messi in gara frantumando ogni record mensile precedente. Solo tre anni fa quella cifra avrebbe costituito due terzi delle gare di tutto l'anno. A trainare i dodici mesi c'è stata ovviamente l'ondata delle gare del Pnrr, che però non bastano a spiegare un fenomeno che va ben oltre il Recovery. A trainare il mese di dicembre c'è il decreto sulle «opere indifferibili», cioè la distribuzione di 8 miliardi di compensazioni per gli extracosti maturati nel 2022: il meccanismo messo in atto prevedeva che le stazioni appaltanti inserite nel decreto della Ragioneria generale dello Stato pubblicato il 18 novembre scorso fossero obbligate, per avere il rilascio delle risorse, ad avviare la gara entro il 31 dicembre.

Bandi e valori: i numeri degli ultimi due anni

Alle opere Pnrr sono andati 5 miliardi di quei fondi, altri 680 milioni alle opere commissariate, 454 milioni alle opere del Piano nazionale complementare (Pnc). Se si considera che le risorse coprono solo gli extracosti, che mediamente sono stati del 30-35%, ecco spiegato il dato davvero anomalo di dicembre. Non è escluso che una coda di questo fenomeno si registri ancora con i primi giorni del 2023, anno che attende un'altra infornata di gare Pnrr.La classifica delle stazioni appaltanti al solito svela dove tira il vento. Se si esclude l'agglomerato "enti centrali" che tiene insieme dati settorialmente poco omogenei dei ministeri e dei loro bracci societari operativi, con un totale di 20 miliardi trainati dal Pnrr, ancora una volta l'Oscar delle stazioni appaltanti va alle Ferrovie e alle prestazioni eccezionali di Rete ferroviaria italiana, con un totale registrato di 18,4 miliardi. In realtà, l'amministratrice delegata di Rfi, Vera Fiorani, ha parlato di 21 miliardi di gare lanciate, quindi c'è da aspettarsi anche qui qualche coda stastistica nei prossimi giorni.

L'incremento per gli appalti ferroviari è del 137 per cento.Anche Anas, la società stradale che completa il Polo Infrastrutture del gruppo Fs, ha fatto un record con 4.275 milioni di opere messe in gara (+94%) cui vanno aggiunti 1.416 milioni delle società miste Anas, una posta pressoché inesistente nel 2021.Il traino del Pnrr si è sentito anche nel dato delle opere messe in gara dai comuni che sono arrivate a 12,2 miliardi con un incremento di un terzo rispetto al dato 2021. A creare un altro dato sensazionale, quello complessivo degli appalti territoriali da 35,4 miliardi, contribuiscono anche le Province con 2,8 miliardi, le Regioni con 1,45 miliardi, la sanità pubblica con 1,85 miliardi e soprattutto i gestori di reti e servizi pubblici locali con 7,86 miliardi e una eterogenea classe di altri enti territoriali che totalizzano 9,1 miliardi.Sul piano regionale c'è una ripartizione piuttosto equilibrata, per una volta, con una leggera penalizzazione per il Centro e una crescita al Sud. Su scala annuale, il Nord Ovest incassa 14,7 miliardi, il Nord Est 13,6, il Centro 14,7, il Sud continentale 17,9, le Isole 13,9. Sommando le due aree settentrionali il totale fa 28,4 miliardi mentre le due aree meridionali totalizzano 31,8 miliardi. Delle cinque aree quella che cresce di più rispetto al 2021 è quella delle Isole con un +300% ma tutte le zone hanno almeno raddoppiato i loro importi a gara, salvo il Nord Ovest che segna "solo" +73%.

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