Urbanistica

Infrastrutture, salgono a 25 miliardi i fondi Ue, 6-7 in legge di Bilancio

Si susseguono le riunioni tecniche per affinare le proposte del Recovery Plan

di Giorgio Santilli

La partita della preparazione del Recovery Plan richiederà ancora alcune settimane, mentre in questa fase si susseguono le riunioni tecniche per affinare schede e progetti suddivise fra le sei aree strategiche del piano (green, digitalizzazione, infrastrutture per la mobilità, istruzione e ricerca, equità e inclusione sociale, salute). Si tratta di far rientrare le proposte nella griglia di criteri definita dalla Ue, di selezionare i progetti più adatti (ed effettivamente spendibili in sei anni), di trovare un senso unitario al quadro delle misure.

Per farlo sono stati ingaggiati, a sostegno del Comitato interministeriale per gli Affari europei, non solo i migliori cervelli dei gabinetti e delle strutture ministeriali, anzitutto da Palazzo Chigi e dal Mef, ma anche società pubbliche come Cdp, Invitalia e Studiare sviluppo, chiamate a dare il loro contributo tecnico.

Questa task force tecnica sta tenendo una sfilza di incontri con i singoli ministeri per ridurre, affinare, correggere, cancellare in alcuni casi le singole voci delle schede presentate. Si attende nel Documento programmatico di bilancio, all’esame del Cdm di stasera, o in un documento parallelo, una prima ripartizione delle risorse fra i vari capitoli e una prima indicazione sommaria di alcuni progetti ricompresi nelle singole aree. La parte del leone la farà il green con 70 miliardi, mentre 38 miliardi andranno alla digitalizzazione. Per questi due capitoli l’aspetto più importante è definire cosa potrà andarci perché sostenibilità e digitale sono concetti ampi e trasversali a tutti i settori economici (e ai ministeri). Sul green uno spazio ampio lo avranno i progetti di diretta competenza del ministero dell’Ambiente, come il piano per il dissesto idrogeologico e un piano acqua, entrambi candidati a circa 10 miliardi. In risalita le quotazioni delle infrastrutture per la mobilità sostenibile che in una prima ripartizione avrebbero dovuto avere 19 miliardi e ora sono salite a 25. Priorità alle ferrovie e, in particolare, al completamento dell’Alta velocità al Sud.

Tutti i ministeri fanno i conti, poi, con l’intreccio fra il Recovery Plan e la legge di bilancio per cui pure ognuno ha predisposto proposte inviate al Mef. Anche perché, come è noto, il Recovery Plan difficilmente si metterà in moto prima della seconda metà del 2021, e le risorse della legge di bilancio sono necessarie intanto per mettere in moto il 2021. Alle infrastrutture di mobilità per esempio, lo scorso anno la legge di bilancio destinò poco più di 6 miliardi e quest’anno le esigenze presentate al Mef sono salite a 8 miliardi: si tratta dei fondi necessari per dare continuità ai contratti di programma di Anas e Rfi, ai porti, alle metropolitane. Possibile che in legge di bilancio finisca una somma di 6-7 miliardi.

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