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Ingegneria, fallisce la specialista dei tunnel Geodata (a controllo cinese dal 2017)

Depositata il 20 maggio al tribunale di Torino la dichiarazione di fallimento. Chiusura per «bankruptcy» comunicata dal conglomerato PowerChina ai 400 dipendenti

di Aldo Norsa e Stefano Vecchiarino

(articolo aggiornato alle ore 16:30)
Se ne parlava da qualche settimana ma ora è ufficiale il fallimento della storica società torinese di ingegneria del sottosuolo Geodata , deciso dal gruppo diversificato PowerChina, numero uno tra le global design firms per la rivista statunitense Enr e quinto tra i global contractors con un fatturato 2020 di 65 miliardi di dollari. Che, poiché controlla un centinaio di società operative in tutto il mondo non sembra «andare per il sottile» quando una di queste persevera nel presentare bilanci in perdita. Tutto è iniziato ai primi di maggio con un'inaspettata e-mail ai 400 dipendenti (in Italia e all'estero) che comunicava la decisione di chiudere usando il minaccioso termine "bankruptcy". Malgrado i tentativi in extremis dei soci italiani (rimasti con un solo 20% del capitale) lo scorso 20 maggio è stata depositata la dichiarazione di fallimento al Tribunale di Torino sia per la holding che per la società operativa.

Nata nel 1984, Geodata è stata fino a oggi il leader italiano nella progettazione di tunnel con filiali in 22 Paesi nei cinque continenti, 6 mila km di linee ferroviarie/metropolitane progettate, oltre a gallerie stradali e per impianti idrici. Nonostante un deciso calo di fatturato nel 2020 (25,8 milioni, per tre quarti all'estero, meno 26,9%) ancora occupava la 26° posizione tra le società di ingegneria italiane nella classifica della società Guamari. Non solo ma i 50 milioni di ordini ancora in portafoglio nel primo trimestre 2022 testimoniano potenzialità operative che avrebbero fatto sperare al contrario in un rilancio economico/finanziano.

La notizia fa ancora più scalpore per due motivi. Il primo motivo è che la liquidazione di una società di ingegneria, senza neppur prima tentare procedure concorsuali che possano riportarla in bonis, non succedeva da tempo: complice anche una congiuntura di mercato per il momento percepita favorevole nessuno dei nomi in classifica sembra a rischio; tanto che recentemente, si è avuta una sola "uscita di scena": il concordato preventivo di Lotti Ingegneria (febbraio 2021), comunque successivo alla cessione in affitto di un ramo d'azienda a Via Ingegneria (ottobre 2019). Il secondo motivo è che il "sistema Italia" rimane improvvisamente sguarnito in una competenza chiave quale è quella dei lavori in sotterraneo dal momento che rimangono operative (e per fortuna sane) solamente tre società specializzate: Systra SWS, che dopo l'acquisizione da parte del gruppo francese nell'ottobre 2021, vive un periodo di forte sviluppo che la porta a fatturare 31 milioni nel bilancio consolidato 2021 (e va verso una sempre maggior integrazione con Systra Sotecni), Rocksoil che, fondata nel 1979, è la più antica del settore, Lombardi Ingegneria (filiale dell'omonimo gruppo svizzero) e, più di "nicchia", Prometeoengineering.it.

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