Progettazione

Ingegneria: fatturato boom a 1,97 miliardi per le società italiane all'estero

Rapporto Oice estero: nel 2021 produzione in crescita del 17,6% rispetto al 2019

di Mauro Salerno

Cresce la presenza delle società di ingegneria italiane all'estero. Nel 2021 il valore della produzione raccolto dalle nostre engineering nei mercati oltreconfine raggiungerà 1.968 milioni di euro, con una crescita del 14,5% rispetto ai 1.724 milioni raccolti nel 2020 e addirittura del 17,6% rispetto al 2019, anno pre-pandemia. I dati si evincono dal «Rapporto estero 2021», presentato dall'Associazione delle società di ingegneria e architettura italiane (Oice), oggi a Roma nella sede dell'Istituto per il commercio estero (Ice).

«Siamo in una fase di congiuntura estremamente positiva a livello macroeconomico e anche per il settore - ha commentato Stefano Fantacone, direttore del Cer, illustrando il rapporto -. Ci troviamo di fronte a prospettive espansive che non vedevamo da decenni, con grandi opportunità che il settore dell'ingegneria deve saper cogliere». La crescita del fatturato non ha riguardato solo i mercati esteri. Anche in Italia la produzione 2021 cresce fino a 1.498 milioni di euro, rispetto ai 1.277 del 2020 (+17,3%) e ai 1.225 del 2019 (+22,3%), evidenziando come «la spinta sui mercati esteri è una caratteristica delle nostre società da sempre impegnate verso l'internalizzazione e non una semplice risposta a un calo degli investimenti sul mercato interno», come ha sottolineato il presidente dell'Oice Gabriele Scicolone.

Nella ricerca si evidenzia come i settori più battuti dalle società di ingegneria italiane all'estero siano quelli dell'energia (62%) e delle infrastrutture (9 per cento). Tra i Paesi spiccano l'Africa mediterranea (35,8%), il Medio Oriente (16,2%) e l'Europa (15,6%). La clientela per cui le engineering operano all'estero è per gran parte privata (69%). Ad andare all'estero sono soprattutto le grandi società con più di cento dipendenti, ma anche le piccole e medie realtà non sfigurano. Anzi. Il rapporto mette in evidenza come le società con un numero di addetti compreso tra 11 e 25 ottengono in media il 70% dei ricavi all'estero, mentre la media generale supera di poco il 60 per cento.

«Nell'attuale scenario post pandemia, in cui molte economie hanno ripreso a crescere, dobbiamo aumentare le nostre quote di mercato e posizionarci in quelle aree ad alto potenziale per la nostra manifattura». Così Barbara Beltrame Vice Presidente di Confindustria per l'Internazionalizzazione, alla presentazione del Rapporto Estero Oice 2021. «Abbiamo una naturale propensione verso i paesi avanzati e quelli geograficamente più vicini con la convinzione il nostro Made in Italy abbia maggiori potenzialità di affermazione, ma dovremmo darci da fare – ha continuato Beltrame - e presidiare con più determinazione anche quelle aree quali l'Asia, l'Africa e il Medio Oriente che nel prossimo futuro avranno un impatto decisivo su scala globale in termini demografici, economici e ambientali. È importante sfruttare anche i diversi piani di stimolo all'economia adottati dai vari paesi in risposta alla crisi sanitaria, che rappresentano grandi opportunità per alcuni settori tra i quali infrastrutture, energie rinnovabili e tecnologie digitali».

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