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Intervento. Opere pubbliche: deficit di progetti esecutivi e manca una adeguata capacità progettuale della Pa

Caro materiali: occorre un intervento del legislatore che consenta un riequilibrio dei prezzi unitari a base di asta

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di Edoardo Bianchi* e Antonio Ciucci**

Il 2022 sarà l'anno della verità per il decollo effettivo del Recovery Plan sotto il profilo della apertura dei cantieri e dell'avanzamento dei lavori. Non vi è più tempo per "governance, task force, studi ed analisi"; ora è il tempo di dare avvio ai lavori e di farli proseguire nel rispetto del crono programma concordato con l' Europa.
Non è rilevante, allo stato dell'arte, neanche comprendere esattamente quante risorse saranno sostitutive e quante aggiuntive rispetto ai programmi già impostati da anni; ci torneremo (per chi fosse interessato rimandiamo alla lettura del significativo documento di Audizione dell'Ufficio parlamentare di bilancio – Consigliere Alberto Zanardi – del 20 ottobre u.s.).

Come ANCE, sin dal decreto Sblocca cantieri e fino alla recente legge di bilancio abbiamo avanzato una miriade di proposte finalizzate a garantire l'apertura dei cantieri con regole minime inderogabili di trasparenza che consentissero il rispetto delle milestones pattuite con la Europa.
Non siamo stati ascoltati perché si è preferito seguire il canto di sirene che distoglievano l'attenzione dai veri problemi per dirottarla su ricette falsamente taumaturgiche ma più accattivanti, quali i Super Commissari.
Come ANCE intendiamo tornare su 2 profili che se non affrontati in maniera risoluta non consentiranno alcuna spendita produttiva delle copiose risorse disponibili.
Vi è un deficit assoluto di progetti esecutivi ed al tempo stesso manca una adeguata capacità progettuale della P.A.

Testimonianza di questo è, ad esempio, il recente "Bando Nazionale Sport Periferie" che metteva a disposizione dei Comuni, per l'ammodernamento delle strutture sportive locali, un importo di 300 milioni. Sono stati presentati 3.380 progetti, ben 2.200 non sono stati ammessi perché non in linea rispetto alle prescrizioni del bando e dei residui 1.180 progetti ammessi solo 495 sono stati ritenuti meritevoli di essere finanziati.

Come uscirne ?
Il legislatore nel decreto sblocca cantieri e nel decreto semplificazioni bis ha reso nuovamente ammissibile il ricorso sia all'appalto integrato semplice che all'appalto integrato complesso.
In sintesi vi è la possibilità per la stazione appaltante, priva di progetti esecutivi, di poter mandare in gara un livello di progettazione definitivo e/o di fattibilità e, a seconda dei casi, chiedere ai partecipanti/aggiudicatari di rendere esecutivo il relativo progetto.

In particolar modo per i lavori di manutenzione, recupero dell'esistente e messa in sicurezza del territorio questa è l'unica strada per aprire i cantieri.
Parallelamente vi saranno opere più complesse, come quelle della Missione 3, che verranno gestite da committenti maggiormente qualificate, dotate di un know how progettuale più consolidato.
Un utile strumento che, in concorso con quelli precedenti, potrà consentire l'apertura di nuovi cantieri è l'Accordo Quadro, sebbene rivisto e corretto rispetto ad alcune anomalie operative.
Già vi sono, perché il legislatore li ha contemplati, gli strumenti per aprire i cantieri senza il ricorso ad accorpamenti contro natura (gigantismo) o soluzione rabberciate (profluvio di commissari straordinari) o scorciatoie che non risolvo alcun problema dopo una iniziale scoppiettante euforia.

Vi è un deficit assoluto di adeguatezza dei prezzi di appalto. Negli ultimi 15 mesi si è registrato un impazzimento dei prezzi, in primis delle materie prime, dell'energia e del gas, che colpisce indistintamente tutti i settori, ma quello edile più di tutti.
Non intendiamo qui affrontare il tema degli aumenti (e dei ristori) che hanno prodotto danni nel primo e secondo semestre 2021; la partita è ancora lunga ed è nel vivo dell'agone. Auspichiamo che vi sia una presa di consapevolezza responsabile da parte di chi deve rilevare il reale andamento dei prezzi. Ma vi è un aspetto (danno) collaterale a quello dell'aumento dei prezzi che come ANCE intendiamo evidenziare.

La vicenda prezzi inciderà in maniera ancora più significativa sui lavori che saranno banditi da ora in avanti perché hanno progetti con quadri economici redatti sulla base di prezzari disallineati dagli attuali prezzi di mercato. Portiamo un esempio concreto che non rappresenta certo un unicum ma che anzi costituisce un solare paradigma del tema sul tappeto.

Un recente bando di gara relativo alla realizzazione del Ponte dei Congressi espone un importo a base di asta per lavori di € 134.256.508,70.
Come è possibile desumere dal prezzario a base di gara, e dai relativi schemi di analisi giustificativi, detto importo è costituito per circa 50 milioni dalla sola fornitura di acciaio e calcestruzzo.
Ebbene con gli attuali prezzi di mercato per la sola fornitura di acciaio e calcestruzzo, senza praticare alcun ribasso in sede di gara, su tale importo vi è una perdita di oltre 10 milioni di euro.
Abbiamo riportato gli esiti delle analisi solo delle due principali forniture ma anche il resto delle altre lavorazioni presentano rilevanti deficit. Vi è chi realisticamente ritenga eseguibile, con questi squilibri iniziali, la suddetta opera nei tempi e costi a base di gara ?
Come ANCE, quando ancora non sono cogniti i partecipanti e le relative offerte, avanziamo serie perplessità; speriamo di sbagliarci.
Occorre un intervento del legislatore che consenta un riequilibrio dei prezzi unitari a base di asta. In mancanza assisteremo inevitabilmente a due nefaste anomalie: a) ci sarà sempre una azienda che per necessità contrattualizzerà una commessa anche sotto costo confidando in cabalistici interventi salvifici futuri.
In questo caso quanto mai attuale sarà il detto che la moneta sporca allontana quella buona; b) qualsiasi appalto preso così smaccatamente sottocosto, ancora prima di iniziare, sconterà problematiche che non consentiranno né il regolare avanzamento dei lavori né il rispetto dell'importo economico oggetto di contratto.
Nascondere la testa sotto la sabbia non produrrà nulla di benefico.

A esempio perché non tenere conto, per la portata ed il significato, dell'attuale avanzamento del disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati in data 13.10.21 ed ora in esame presso il Senato sul tema "dell'equo compenso delle prestazioni professionali".

Se esiste, ed è innegabile che esista, un tema del corretto riconoscimento economico per una prestazione nel campo dei servizi perché non dovrebbe esistere un analogo tema dell'equo compenso nel campo dei lavori ?
Il legislatore deve porvi rimedio perché non può pilatescamente lasciare alle stazioni appaltanti la soluzione del problema, non ne hanno gli strumenti.
Continuare ad eludere risposte concrete o non affrontare i problemi alla radice, mentre il tempo scorre, determinerà il fallimento attuativo delle riforme che dovrebbero consegnarci, post pandemia, un nuovo Paese completamente diverso da quello che già annaspava anche prima dall'avvento del covid.

Abbiamo la sensazione che si aspetti sempre un intervento risolutivo divino forse nella memoria del salvataggio mirabolante di Arione e della sua cetra da parte di Apollo a mezzo di un delfino. Siamo realisti, nessun delfino ci salverà, non vi sarà alcun aiuto divino se non quello fornito dalla esperienza e dal buon senso di coloro che vivono ogni giorno in cantiere per consentire un avanzamento dei lavori nonostante tutto quello che ci si possa inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli.
Dallo scoppio della pandemia vi è stata una over dose di interlocuzioni ma senza una effettiva disponibilità all'ascolto ma solo al sentire.
Se le opere non termineranno nei tempi non si dica tra qualche anno che la classe imprenditoriale ha fallito, lo abbiamo denunciato per tempo avanzando proposte e suggerimenti; è il decisore pubblico a dover fornire risposte concrete ed efficaci senza abdicare al proprio ruolo correndo appresso a non soluzioni.

* Vice presidente Ance con delega ai lavori pubblici
** Vice presidente Acer con delega ai lavori pubblici

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