Urbanistica

Intervento. «Superbonus 110%: provvedimento storico da rendere subito operativo»

Evitare gincane attuative e fare chiarezza sui riferimenti che i tecnici devono usare per attestare le spese

di Fabio Sanfratello (*)

Con la prossima conversione in legge del Decreto Rilancio sta finalmente per diventare operativo il nuovo Superbonus al 110%. Si tratta di un provvedimento storico che va finalmente nella direzione indicata da tempo dagli Organismi internazionali e dall'Europa di "decarbonizzare" gli edifici entro il 2050. Un obiettivo che diventa incredibilmente vicino se prendiamo in considerazione il numero degli edifici su cui bisogna intervenire, i tempi per prendere tale decisione, in particolar modo negli edifici con proprietà frazionata, e la disponibilità economica per realizzare gli interventi necessari.

In questo senso l'iniziativa italiana è stata valutata come particolarmente innovativa ed efficace dalla Fiec (l'Associazione europea delle imprese di costruzione), che ha deciso di proporla come sistema da applicare in tutti i Paesi europei per la transizione energetica dell'edilizia.

Le misure contenute all'articolo 119 del Decreto Rilancio, che entro il 18 luglio deve essere convertito in legge, con un beneficio fiscale fino al 110% delle spese sostenute, recuperabile in 5 anni e, soprattutto, cedibile a terzi o utilizzabile come pagamento all'impresa che realizza i lavori (sconto in fattura), rappresentano una grande leva per poter finalmente avviare quel processo di messa in sicurezza ed efficientamento energetico degli edifici che invochiamo da tempo.

L'importante ora è che queste norme siano immediatamente applicabili e che si eviti quella gimkana di rinvii e di complicazioni procedurali, alla quale troppo spesso abbiamo assistito, che rischia di depotenziarne e ritardarne gli effetti.

Il nuovo Superbonus, infatti, con l'attuale formulazione, può dare una spinta alla ricerca delle migliori soluzioni integrate tra messa in sicurezza sismica, isolamento termico e soluzione impiantistica, coordinando le competenze dei diversi specialisti per fornire agli utenti la soluzione ottimale per il loro edificio e per l'utilizzo che se ne fa, compresa la possibilità di ricaricare le auto elettriche.

Se per gli interventi di messa in sicurezza sismica non sono previsti particolari requisiti purché si migliori la sicurezza dell'edificio, per la parte energetica si punta a favorire interventi sull'intero edificio, che sia condominio o unifamiliare, fissando un minimo del 25% della superficie disperdente su cui intervenire ed un intervento sulla parte impianti con ampia scelta di soluzioni (dalla caldaia alla pompa di calore, all'installazione di un impianto fotovoltaico), purché si ottenga un miglioramento di due classi energetiche.
Oltre alla necessità già richiamata nell'emanare i provvedimenti attuativi previsti e fare in modo che le disposizioni di dettaglio non vadano a creare ostacoli risulta indispensabile fare subito chiarezza sul riferimento che i tecnici devono considerare per asseverare la congruità delle spese sostenute.

Senza tale riferimento, infatti, nessun progettista è disposto a portare a termine le attività di progettazione e preventivazione, non avendo certezza di rientrare nei limiti di costo ammissibili. È auspicabile, dunque, avere un prezzario unico nazionale, aggiornato con le voci caratteristiche degli interventi di riqualificazione energetica, condizione non riscontrabile nei prezzari regionali e, tantomeno, in inutili tentavi di tabelle con massimali specifici di costo per tipologia di intervento. Quelli che dobbiamo realizzare sono interventi di isolamento termico o di sostituzione impianti che richiedono lavorazioni complesse non sempre codificabili e, soprattutto, diverse per tipo ed entità nei singoli casi. Serve fare, correttamente, un'analisi dei costi per le specifiche lavorazioni necessarie nello specifico intervento, non semplicistiche tabelle.

Il rischio concreto è creare nuovi ostacoli, rifacimenti di progettazioni già avviate e, magari, nuove difficoltà che indurrebbero i proprietari a desistere dall'eseguire l'intervento.
Grazie a procedure semplici, professionalità delle imprese di costruzione e alla tecnologia già disponibile, potremo avviare il motore del cambiamento per un settore trainante dell'economia italiana, fortemente penalizzato da oltre dieci anni di crisi, in grado di migliorare e rendere più ecologiche e sicure le abitazioni degli italiani.

(*) Vice Presidente Ance con delega alla tecnologia e all'innovazione

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