L'Anac contro le gare per il vestiario dell'Agenzia Dogane: violate le regole di par condicio e concorrenza
Le contestazioni: mancata suddivisione in più lotti e richieste di fatturato superiori ai limiti del codice senza giustificazioni
L'Autorità Anticorruzione bacchetta l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per non aver violato i principi di concorrenza e par condicio nella gestione della gara per la fornitura di materiale di vestiario operativo per il personale, calzature incluse. L'appalto riguarda due lotti, del valore complessivo di oltre 21 milioni.
Per prima cosa l'Autorità rileva come l'appalto sia stato suddiviso in soli due lotti di significativa entità, senza che sia emersa un'adeguata motivazione riguardo l'adeguamento del valore per garantire l'effettiva partecipazione da parte di piccole e medie imprese così da favorire la concorrenza. La seconda contestazione riguarda la scelta di richiedere ai potenziali concorrenti l'obbligo di dimostrare un fatturato minimo superiore al doppio dell'importo a base di gara, andando oltre i limiti previsti da codice appalti, senza giustificare il perché.
I rilievi sono contenuti nel la delibera n.47 dell'8 febbraio 2023, con cui l'Autorità ha peraltro contestato che che il capitolato e il disciplinare di gara «presentano elementi di indeterminatezza e approssimazioni che, unitamente alle altre criticità, ostano ad un'adeguata e ponderata valutazione di convenienza indispensabile per la corretta e consapevole elaborazione di un'offerta da parte degli operatori economici».
«In capo alla stazione appaltante – spiega Anac - incombe sia l'onere di motivare la scelta di richiedere un fatturato minimo (globale e specifico), sia l'onere più rigoroso di indicare le circostanze in presenza delle quali si sia ritenuto di superare la soglia del doppio del valore dell'appalto.
Nel caso di specie, l'amministrazione aggiudicatrice non ha adeguatamente motivato, in relazione ai rischi specifici connessi alla natura delle forniture oggetto di affidamento, il superamento delle soglie previste dalla norma».
«Le stazioni appaltanti – aggiunge Anac -, nel caso di suddivisione di un appalto in lotti, devono adeguarne il relativo valore in modo da garantire l'effettiva possibilità di partecipazione da parte delle microimprese, piccole e medie imprese al fine di favorire la concorrenza nel rispetto della disciplina comunitaria in materia di appalti pubblici».
Il fatturato richiesto alle ditte partecipanti, infatti, doveva essere non inferiore ai 35 milioni e mezzo Iva esclusa per il primo lotto, e 3 milioni e mezzo Iva esclusa per il secondo lotto.Non stupisce allora, conclude l'Autorità, che per il primo lotto siano state presentate soltanto due offerte, e una sola offerta per il secondo lotto riguardante le calzature. «In un mercato caratterizzato dalla presenza di più operatori economici, tale fatto avvalora la limitazione della concorrenza e del principio di massima partecipazione da parte dell'Agenzia delle Dogane e Monopoli».