Personale

La Corte dei conti cambia linea: le assunzioni dei disabili entrano nei calcoli della spesa

La decisione contrasta con un precedente della stessa sezione regionale

di Gianluca Bertagna

Le assunzioni obbligatorie previste dalla legge 68/1999 non sono in deroga alle nuove disposizioni in materia di assunzione del personale dei Comuni in base alla sostenibilità finanziaria. Sono queste le conclusioni contenute nella deliberazione n. 134/2020 della sezione Lombardia della Corte dei conti.


Il meccanismo di calcolo degli spazi assunzionali introdotto operativamente dal decreto ministeriale del 17 marzo 2020 comporta un taglio netto rispetto alle regole del passato. La questione dell'inclusione nel concetto di «spesa di personale» delle somme delle assunzioni dei disabili in quota d'obbligo rappresenta un esempio lampante di come gli operatori devono discostarsi fortemente dalle logiche del turn-over per avvicinarsi al nuovo calcolo basato sulla sostenibilità finanziaria. Da questo punto di vista, quindi, anche le assunzioni delle categorie protette comporta di fatto una maggiore spesa di personale che come tale non può non essere considerata nei calcoli della virtuosità dei Comuni.

Queste conclusioni della Corte dei conti, sicuramente coerenti con l'attuale quadro normativo, appaiono però in contrasto con un'altra deliberazione della stessa sezione Lombardia, ovvero la deliberazione n. 125/2020 (su Enti locali & edilizia del 5 ottobre). In quella occasione, i magistrati contabili avevano affermato che le «norme del sistema previgente che stabiliscono puntualmente un insieme di voci da stralciare dalla spesa effettiva di personale, non travolte dal nuovo sistema di calcolo dello spazio assunzionale, vanno con esso armonizzate». Delle due l'una: o il nuovo meccanismo stravolge totalmente le precedenti regole oppure i canoni del passato continuano ad applicarsi, e quindi la spesa dei lavoratori disabili in quota d'obbligo non va considerata.

Rimane peraltro nel nostro sistema l'articolo 7, comma 6 del Dl 101/2013 che nel ricordare alle amministrazioni pubbliche l'obbligo di assumere le quote di disabili previste dalla normativa afferma anche che queste assunzioni sono in deroga ai divieti di assunzione previsti dalle disposizioni vigenti. La confusione, quindi, regna ancora sovrana, e pensare che ogni ente possa calcolare i nuovi parametri discrezionalmente non aiuta di certo a fare partire le maggiori assunzioni che il decreto crescita avrebbe dovuto portare.

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