La nuova banca dati nel canone unico
Una delle maggiori criticità che stanno emergendo nei primi mesi di gestione del nuovo canone unico, è data dall'inadeguatezza delle banche dati a disposizione degli enti locali. La migrazione dai precedenti prelievi non può ritenersi infatti esaustiva, l'impostazione della nuova entrata ha portato a radicali cambiamenti, con modifiche di diversi aspetti gestionali e di alcuni criteri di tassazione.
Tra le difficoltà più evidenti c'è quella della mancata sincronizzazione delle posizioni soggette a canone con le rispettive concessioni e autorizzazioni. Diverse occupazioni di suolo pubblico e molte, probabilmente la maggior parte, delle esposizioni pubblicitarie, hanno il titolo scaduto o non l'hanno proprio mai ottenuto. Situazione figlia di una gestione dei prelievi precedenti quando gli uffici comunali e i concessionari, erano concentrati solo sul presupposto tributario e spedivano annualmente le richieste di pagamento senza richiamare il titolo autorizzatorio, e senza condizionarne l'invio. Ecco quindi che molti contribuenti, pagando le richieste in arrivo ad inizio anno ritenevano assolti i loro obblighi continuando a sfruttare le occupazioni, i passi carrabili e i mezzi pubblicitari nelle loro diverse forme esistenti. Troppo spesso si è assistito ad autorizzazioni che scadevano nel loro periodo originario e che proseguivano regolarmente grazie alle richieste annuali e ai relativi pagamenti, in una sorta di legittimazione a continuare a occupare suolo pubblico o ad esporre pubblicità oltre il termine autorizzato, forti di un adempimento richiesto dalla stessa Pubblica Amministrazione.
Come fare quindi in questo primo anno di applicazione? Davvero le situazioni dove si riscontra la presenza in banca dati e la contemporanea assenza di autorizzazione sono così rilevanti? Gli enti locali sono nella possibilità di verificarlo puntualmente e richiedere nella forma corretta il pagamento di tutte le occupazioni ed esposizioni che erano soggette ai precedenti prelievi? Sarà possibile già distinguere le situazioni regolari da quelle che presentano difformità amministrative? Il legislatore correttamente ha dato una svolta epocale nella gestione dei cosiddetti tributi minori, legando per sempre le due fasi, amministrativa e di riscossione del canone, ma non sarà per niente facile seguire fin da subito questa novità. Servirà tempo, probabilmente anni, nei quali si dovrà ricucire questo rapporto che per troppi lustri ha visto slegate le due attività.
Un'altra difficoltà evidente riguarda l'attuazione del nuovo canone per fattispecie per le quali le condizioni di applicazione sono cambiate. Tra queste la pubblicità realizzata su veicoli di proprietà dell'impresa. Rispetto al precedente regime, i requisiti per godere dell'esenzione sono cambiati, allargando di fatto le ipotesi di esclusione dal pagamento del canone. Come possono oggi i Comuni aggiornare la propria banca dati? Difficilmente sono presenti informazioni sufficienti per valutare la nuova assoggettabilità al canone per questa particolare fattispecie, così che probabilmente si dovrà scegliere tra due diverse strade, inviare comunque le richieste di pagamento a tutti, anche per quelle pubblicità su veicoli che in realtà oggi rientrerebbero nelle ipotesi di esenzione, oppure non inviarle affatto in attesa di un difficile censimento o di una risposta ad uno specifico questionario rivolto ai soggetti passivi per ottenere le informazioni utili alla nuova valutazione di assoggettabilità.
(*) Docente Anutel
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