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La nuova mappa del benessere premia il Nord-Est, Milano è seconda

La capofila Trieste vince in «Cultura e tempo libero», la Lombardia riconquista posizioni dopo l’impatto dell’emergenza nel 2020

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di Michela Finizio

La geografia provinciale del benessere, che va da Trieste a Crotone nella classifica generale della 32ª edizione della Qualità della vita, è una bussola per investimenti e progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Una cartina di tornasole delle disuguaglianze, accentuate dalla pandemia, da cui è necessario partire per attuare in modo efficace le tre missioni trasversali del Piano: ridurre i divari territoriali e di genere e aumentare le opportunità per i giovani.

La top ten premia il Nord-Est

La classifica 2021 premia la provincia del capoluogo giuliano, già salita negli ultimi due anni al quinto posto della graduatoria annuale. Oggi conquista anche il primato nell’indice tematico di «Cultura e tempo libero», arriva seconda in «Affari e lavoro» e quarta in «Ambiente e servizi». Sul podio inoltre torna Milano, dopo la scivolata fuori dalla top ten nel 2020 per effetto del Covid, mentre Trento resta solida al terzo posto.

Tra le prime dieci si incontrano sette province del Nord-Est: oltre a Trieste e Trento, ci sono Bolzano (5ª), Pordenone (7ª), Verona (8ª) e Udine (9ª) che confermano la loro vivibilità. E si aggiunge Treviso (10ª), l’unica new entry, anche grazie al primato nella «Qualità della vita delle donne», l’indice presentato per la prima volta quest’anno per mettere al centro le tematiche di genere nella ripresa post-pandemia (si veda a pagina 31).

Confermate nella top ten anche Aosta (4ª) e Bologna (6ª). Il capoluogo emiliano, in testa nell’edizione 2020, scende di qualche posizione ma conquista il primo posto in «Demografia, società e salute» soprattutto grazie agli elevati livelli di istruzione della popolazione. I bolognesi sono primi per incidenza di diplomati (il 76,8% dei residenti tra i 25 e i 64 anni) e terzi - a pari merito con Trieste - per numero di laureati (il 41,8% tra i 25 e i 39 anni).

Risale la Lombardia

Il risultato di Milano, che già aveva vinto nel 2018 e nel 2019, non stupisce se letto congiuntamente alle performance delle altre province lombarde: incluso il capoluogo, dieci su dodici riconquistano diverse posizioni rispetto allo scorso anno. Nel 2020 la regione, più di altri territori, era stata particolarmente penalizzata dall’impatto dell’emergenza sanitaria, misurato ad esempio dal crollo del Pil pro capite in seguito al lockdown e dai dati sanitari (mortalità e contagi in primis).

Oggi Milano torna in vetta in «Ricchezza e consumi» e «Affari e lavoro», risultando prima, tra l’altro, per i prezzi delle case, la retribuzione media annua, l’incidenza di imprese che fanno e-commerce (8,1% delle imprese registrate) e la diffusione dei servizi bancari online (872 contratti attivi di home e corporate banking ogni mille abitanti). Monza e Brianza (15ª), invece, si riprende il posto nella parte alta della classifica grazie anche a «Ricchezza e consumi» (con valori al top sia nella spesa delle famiglie per beni durevoli sia nella retribuzione media annua dei lavori dipendenti), al tasso di imprese che fanno ecommerce, al primato del verde storico che tiene conto dell’estensione del Parco di Monza e al ridotto numero di infortuni gravi sul lavoro.

Divise le grandi città

Il progressivo superamento della crisi pandemica rilancia altre città metropolitane. Roma sale dal 32° al 13° posto, Firenze dal 27° all’11°. Bari (70ª) e Napoli (90ª) guadagnano entrambe due posizioni. La Capitale, in particolare, grazie all’importo medio delle pensioni entra nelle top ten della «Qualità della vita degli anziani» , uno dei tre indici generazionali che debuttano quest’anno nell’indagine (pagina 32) e si distingue per livelli di istruzione, offerta di trasporto pubblico, balda ultra larga e patrimonio museale. In controtendenza, invece, Cagliari, Torino, Genova, Palermo e Catania che perdono tutte qualche posizione rispetto al 2020.

I movimenti al Centro

Cedono terreno le province dell’Emilia Romagna, penalizzate - tra l’altro - dal numero di denunce per tipologie di reato in «Giustizia e sicurezza» e nei due indici del Clima (che sintetizza dieci parametri climatici, dalle ondate di calore agli eventi estremi) e dello Sport e Covid (che misura l’impatto sui campionati sportivi e gli eventi annullati).

È scendendo verso la costa adriatica, poi, che, rispetto allo scorso anno, si segnalano ulteriori ribassi nella classifica del benessere, a partire da Ferrara (-11 posizioni), passando per le province marchigiane e arrivando a Chieti e Pescara.

Il Mezzogiorno

Stabile nelle ultime posizioni, quasi a confermare l’urgenza degli investimenti del Pnrr in arrivo per ridurre i divari, il Mezzogiorno. Crotone ultima, come lo scorso anno, anticipata da Foggia e Trapani che scivolano sul fondo. Su novanta indicatori le ultime posizioni sono popolate in ben 57 casi da province del Sud o delle Isole. E le prima province non del Mezzogiorno che si incontrano, partendo dal fondo e salendo verso l’alto, sono Latina (83ª) e Frosinone (82ª), seguite a poca distanza da Imperia (78ª).

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