Personale

Lavoro agile fino a marzo per i dipendenti fragili

Lo ha spiegato ieri il ministro per la Pa Renato Brunetta al question time alla Camera

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di Gianni Trovati

La proroga dello stato di emergenza e i numeri in corsa della quarta ondata pandemica non riporteranno lo smart working al rango di «modalità ordinaria» di lavoro nel pubblico impiego. Ma apriranno forme di tutela aggiuntiva per i lavoratori fragili. Lo ha spiegato ieri il ministro per la Pa Renato Brunetta al question time alla Camera, partendo proprio dal decreto di martedì che ha esteso al 31 marzo lo stato di emergenza.

Nel provvedimento, ha ricordato il ministro, si prevede un decreto interministeriale che sarà adottato a stretto giro per «individuare le patologie croniche in presenza delle quali fino al 31 marzo 2022 la prestazione lavorativa va normalmente svolta in modalità agile, nel rispetto dei contratti nazionali». In questo modo per Brunetta «si uscirà da un cono d’ombra e saranno definite chiaramente le condizioni al ricorrere delle quali il lavoratore sarà preferibilmente impiegato in modalità agile sulla base dei contratti di lavoro». Proprio i contratti, insieme alle Linee guida attese oggi al parere della conferenza Unificata, saranno anche nella Pa il pilastro per lo smart working a regime. In un quadro nel quale, ha voluto ribadire Brunetta, «le amministrazioni hanno già la massima libertà, senza alcun limite minimo o massimo che ne ingabbi la capacità organizzativa».

Al contratto, nel caso della sanità, è affidato anche il compito di assegnare i 335 milioni dell’indennità infermieristica introdotta dall’ultima legge di bilancio. Arriverà presto, ha promesso sempre ieri Brunetta alla Camera. Sollevando però le critiche del sindacato di categoria: «Una presa in giro», afferma il segretario del Nursind Andrea Bottega minacciando scioperi se non si accelera

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