I temi di NT+L'ufficio del personale

Lavoro in malattia, incentivi, superamento periodo di comporto e accesso ai concorsi

La rubrica settimanale con le indicazioni sintetiche delle novità normative e applicative intervenute in tema di gestione del personale nelle pubbliche amministrazioni

di Gianluca Bertagna

La rubrica settimanale con le indicazioni sintetiche delle novità normative e applicative intervenute in tema di gestione del personale nelle pubbliche amministrazioni.

Svolgimento attività lavorativa durante malattia
La Corte di cassazione lavoro, con l'ordinanza n. 18245/2020, ha confermato la legittimità del licenziamento irrogato a un lavoratore che, assente dal lavoro per malattia, attendeva un'attività lavorativa presso il locale di famiglia.

In particolare, è stato ribadito che lo svolgimento di altra attività lavorativa da parte del dipendente, durante lo stato di malattia, configura la violazione degli specifici obblighi contrattuali di diligenza e fedeltà, nonché dei doveri generali di correttezza e buona fede. Oltre che nell'ipotesi in cui questa attività esterna sia, di per sé, sufficiente a far presumere l'inesistenza della malattia, anche nel caso in cui la medesima attività, valutata con giudizio ex ante in relazione alla natura della patologia e delle mansioni svolte, possa pregiudicare o ritardare la guarigione o il rientro in servizio.

Incentivi alle funzioni tecniche
Alla Corte dei conti della Lombardia è stato richiesto un parere finalizzato a verificare l'ammissibilità del riconoscimento, da parte dell'ente richiedente, degli incentivi tecnici previsti dall'articolo 113 del Dlgs 50/2016 al direttore dell'esecuzione nominato a seguito dell'espletamento di una gara d'appalto non realizzata direttamente dal Comune.
Con la deliberazione n. 111/2020/PAR, la sezione ha ritenuto che il riconoscimento al personale interno degli incentivi tecnici previsti dall'articolo 113 del Dlgs 50/2016 in capo al direttore dell'esecuzione può ritenersi astrattamente ammissibile anche nell'ipotesi in cui l'ente si sia avvalso, per l'espletamento e la gestione della procedura a evidenza pubblica, della centrale unica di committenza (Cuc), purché il direttore sia stato appositamente nominato e previo esperimento a monte di una gara d'appalto.

Effetti in caso di superamento del periodo comporto
Nel caso di superamento del periodo di comporto, è legittimo il licenziamento del lavoratore qualora il datore di lavoro lo abbia reso edotto circa la possibilità di fruire di periodi di aspettativa al fine di non superare il massimale per malattia, ma il dipendente non ne abbia fatto richiesta.
È quanto è emerso dall'ordinanza n. 18253/2020, della Corte di cassazione lavoro, in merito al contenzioso tra un lavoratore e l'ente datore di lavoro, che aveva proceduto al suo licenziamento per superamento del periodo di comporto.

In particolare, ha ricostruito il collegio, in sede di appello il dipendente aveva ottenuto la declaratoria d'illegittimità dell'allontanamento, sul presupposto che il datore di lavoro non aveva tenuto conto che il lavoratore, prima della scadenza del periodo di comporto, aveva chiesto di poter usufruire di un periodo di congedo senza assegni per trenta giorni al fine di limitare l'assenza per malattia e scongiurare il superamento del periodo di comporto.
Tuttavia, cassando questa decisione, la Corte ha illustrato come, in atti, fosse dimostrato che in varie occasioni il datore avesse reso edotto il soggetto dell'imminente superamento del periodo di comporto, rappresentandogli l'opportunità di richiedere un periodo di aspettativa per ragioni di salute.

Requisiti di accesso nei concorsi
Non viola i principi costituzionali la disposizione della Regione che, nell'esercizio della propria discrezionalità in materia, può calibrare i requisiti di accesso alle selezioni pubbliche in relazione al profilo professionale di volta in volta valutato, affiancando le conoscenze informatiche ad altri requisiti ritenuti pertinenti per lo svolgimento delle mansioni dedotte nel contratto (finanche prevedere come meramente facoltativo l'accertamento delle conoscenze informatiche, consentendo all'amministrazione di valutarne l'effettiva necessità).
Lo ha deciso la Corte Costituzionale nella sentenza n. 200/2020, con la quale ha analizzato alcune norme della Regione Liguria per presunte violazioni dei principi costituzionali.