Urbanistica

Le correzioni: vecchi edifici non vincolati esclusi dalla direttiva

Al testo della commissione sono state portate in totale cinque modifiche

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di Gi. L.

Cinque emendamenti. Sono tante le correzioni arrivate alla proposta di testo licenziata dalla commissione Industria, energia e trasporti (Itre) del Parlamento europeo. I numeri non solidissimi della maggioranza, insomma, hanno portato all’approvazione di diverse modifiche non preventivate, perché in teoria non avevano l’appoggio del relatore del provvedimento. Riguardano questioni (finanziamenti e deroghe) sulle quali l’attenzione politica di questi mesi è stata altissima. E che resteranno centrali anche per la discussione dei prossimi mesi in sede di trilogo.

Il capitolo più rilevante di queste correzioni riguarda l’articolo della direttiva che disciplina gli edifici vincolati, oggetto di due emendamenti (entrambi dei popolari). In generale, la Plenaria di Strasburgo ha cercato di rafforzare le deroghe a beneficio degli immobili protetti da qualsiasi forma di vincolo nazionale, sia perché storici sia perché collocati in aree particolari. Gli Stati membri, allora, potranno «decidere di non fissare o di non applicare» i requisiti della direttiva «agli edifici ufficialmente protetti in virtù dell’appartenenza a determinate aree o del loro particolare valore architettonico o storico».

Inoltre, «gli Stati membri provvedono affinché la ristrutturazione dei monumenti sia effettuata conformemente alle norme nazionali di conservazione, alle norme internazionali di conservazione e all’architettura originale dei monumenti interessati». Con una battuta: non sarà obbligatorio installare pannelli solari sui monumenti.

Nel testo, poi, è entrata un’altra clausola , che permetterà ai paesi membri di introdurre ulteriori eccezioni all’applicazione della direttiva. Possibile, infatti, escludere dalla Epbd anche «altri edifici storici» non ufficialmente protetti, anche «qualora la loro ristrutturazione non sia tecnicamente o economicamente fattibile». Quindi, non solo gli immobili storici ed esplicitamente vincolati potranno essere al centro di deroghe. L’impatto reale di questa novità andrà misurato nelle prossime settimane, ma potrebbe essere un’altra carta nelle mani dei Governi per ridurre l’impatto effettivo della Epbd.

Altra modifica, poi, è arrivata dai socialisti, con prima firmataria l’italiana Patrizia Toia (Pd). Prevede che, entro il 31 dicembre del 2027, e successivamente ogni due anni, «la Commissione presenta al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione sui progressi compiuti verso il miglioramento dell’efficienza energetica e della prestazione energetica nell’edilizia». Attraverso questa relazione, andrà monitorata, soprattutto, «l’efficacia delle misure finanziarie esistenti», illustrando «strumenti aggiuntivi per facilitare la transizione giusta e attenuare eventuali incidenze socioeconomiche negative».

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