Le ultime pronunce in materia di danno da demansionamento
Danno da demansionamento – Danno biologico – Lesione integrità psico-fisica medicalmente accertabile – Danno esistenziale – Pregiudizio oggettivamente accertabile – Prova per presunzioni
La Corte ha sottolineato che, in tema di demansionamento e di dequalificazione, il riconoscimento del diritto del lavoratore al risarcimento del danno professionale, biologico o esistenziale, che asseritamente ne deriva, non ricorrendo automaticamente in tutti i casi di inadempimento datoriale, non può prescindere da una specifica allegazione, nel ricorso introduttivo del giudizio, sulla natura e sulle caratteristiche del pregiudizio medesimo.
Mentre, il risarcimento del danno biologico è subordinato all’esistenza di una lesione dell’integrità psico-fisica medicalmente accertabile, il danno esistenziale - da intendere come ogni pregiudizio, di natura non meramente emotiva ed interiore, ma oggettivamente accertabile, provocato sul fare areddittuale del soggetto, che alteri le sue abitudini e gli assetti relazionali propri, inducendolo a scelte di vita diverse quanto all’espressione e realizzazione della sua personalità nel mondo esterno - va dimostrato in giudizio con tutti i mezzi consentiti dall’ordinamento, assumendo, peraltro, precipuo rilievo la prova per presunzioni.
Riferimenti giurisprudenziali
Corte Suprema di Cassazione, n. 21/2019, n. 25743/2018, n. 29047/2017
Corte Suprema di Cassazione, SS. UU., n. 6572/2006
Corte Suprema di Cassazione, Sezione Lavoro, Ordinanza n. 33427 del 11/11/2022
Danno da demansionamento – Criteri di valutazione – Equivalenza formale e mutamenti professionalità – Pubblico impiego – Classificazione contratti collettivi
La Sezione ha affermato che, in ambito di pubblico impiego, è giuridicamente errato l’assunto secondo cui nel valutare il demansionamento non si debba apprezzare la sola equivalenza formale delle mansioni, ma anche l’incidenza dei mutamenti sulla professionalità e personalità del lavoratore. In tale ambito, infatti, vale il diverso assetto per cui «l’art. 52 del d.lgs. n. 165 del 2001, assegna rilievo solo al criterio dell’equivalenza formale delle mansioni, con riferimento alla classificazione prevista in astratto dai contratti collettivi, indipendentemente dalla professionalità in concreto acquisita, senza che il giudice possa sindacare la natura equivalente della mansione, non potendosi avere riguardo alla norma generale di cui all’art. 2103 c.c.». Non può, quindi, dirsi che l’assegnazione a mansioni diverse, se ricomprese nel medesimo ambito formale riveniente dalla contrattazione collettiva, sia in sé comportamento illegittimo o inadempiente.
Riferimenti giurisprudenziali
Corte Suprema di Cassazione, n.18817/2018 e n. 7106/2014
Riferimenti normativi
Art. 52, D.lgs. n. 165/2001
Corte Suprema di Cassazione, Sezione Sesta, Ordinanza n. 32423 del 03/11/2022
Danno da demansionamento – Prova – Elementi presuntivi gravi, precisi e concordanti – Qualità e quantità attività lavorativa – Natura professionalità – Durata demansionamento
Il Collegio ha ricordato il consolidato orientamento della Cassazione, secondo il quale il danno derivante da demansionamento e dequalificazione professionale può essere provato, ai sensi dell’art. 2729 c.c., anche attraverso elementi presuntivi gravi, precisi e concordanti, potendo a tal fine essere valutati la qualità e quantità dell’attività lavorativa svolta, il tipo e la natura della professionalità coinvolta, la durata del demansionamento, la diversa e nuova collocazione lavorativa assunta dopo la prospettata dequalificazione.
Riferimenti giurisprudenziali
Corte Suprema di Cassazione, n. 21/2019
Riferimenti normativi
Art. 2729 codice civile
Corte Suprema di Cassazione, Sezione Lavoro, Ordinanza n. 32134 del 31/10/2022
Danno da demansionamento – Danno non patrimoniale – Valutazione conseguenze evento di danno – Divieto duplicazione pregiudizi identici – Accertamento non astratto del danno – Mezzi di prova – Danno c.d. morale
La Corte ha evidenziato che, in materia di responsabilità civile, la natura unitaria ed omnicomprensiva del danno non patrimoniale deve essere interpretata nel senso che esso può riferirsi a qualsiasi lesione di un interesse o valore costituzionalmente protetto non suscettibile di valutazione economica, con conseguente obbligo, per il giudice di merito, di tenere conto, a fini risarcitori, di tutte le conseguenze “in peius” derivanti dall’evento di danno, nessuna esclusa, e con il concorrente limite di evitare duplicazioni attribuendo nomi diversi a pregiudizi identici; ne deriva che, a fini liquidatori, si deve procedere ad una compiuta istruttoria finalizzata all’accertamento concreto e non astratto del danno, dando ingresso a tutti i necessari mezzi di prova, ivi compresi il fatto notorio, le massime di esperienza e le presunzioni, valutando distintamente, in sede di quantificazione del danno non patrimoniale alla salute, le conseguenze subite dal danneggiato nella sua sfera interiore, c.d. danno morale, rispetto agli effetti incidenti sul piano dinamico-relazionale, autonomamente risarcibili.
Riferimenti giurisprudenziali
Corte Suprema di Cassazione, n. 23469/2018
Corte Suprema di Cassazione, Sezione Lavoro, Ordinanza n. 31332 del 24/10/2022
Danno da demansionamento – Impoverimento capacità – Diritto elevazione professionale – Liquidazione danno – Valutazione equitativa sulla retribuzione
Il Collegio ha richiamato l’orientamento consolidato della Cassazione, secondo il quale “in caso di demansionamento è configurabile a carico del lavoratore un danno, costituito da un impoverimento delle sue capacità per il mancato esercizio quotidiano del diritto di elevare la professionalità lavorando, sicchè per la liquidazione del danno è ammissibile, nell’ambito di una valutazione necessariamente equitativa, il ricorso al parametro della retribuzione”;
Riferimenti giurisprudenziali
Corte Suprema di Cassazione, n. 19243/2022, n. 16596/2019 e n. 12253/2015
Corte Suprema di Cassazione, Sezione Terza, Sentenza n. 27781 del 22/09/2022