Personale

Manovra, proroga per 20mila supplenti Covid

Addio alla card formazione. Agli atenei 265 milioni nel 2022 e 530 nel 2023

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Per la scuola l’emergenza non è finita. Tant’è che il governo ha inserito in manovra 300 milioni per la proroga fino a giugno 2022 dell’organico Covid: i circa 20mila prof nominati (inizialmente fino a dicembre 2021) per assicurare le lezioni in presenza. Ma alla voce istruzione spiccano pure i 30 milioni destinati alla contrattazione integrativa per la valorizzazione docente che dal 2023 diventano 260, grazie alla soppressione della card docente da 500 euro, e gli altri 30 volti ad aumentare il servizio di scuolabus per gli alunni disabili. Trenta milioni che sono destinati a salire a 50 nel 2023, a 80 nel 2024, a 100 milioni per ciascuno degli anni 2025 e 2026 e a 120 milioni a partire dal 2027.

In attesa di capire la fetta di risorse che spetterà al comparto Istruzione e ricerca dei 310 milioni destinati nel 2022 ai rinnovi contrattuali (500 dal 2023) - su cui si veda altro articolo in pagina - degno di nota ci pare poi il ritorno dell’educazione motoria alla primaria. Due ore obbligatorie a partire dalle classi quinte nell’anno scolastico 2022/23 e quarte nel 2023/24. Ad assicurarle sarà un plotone di docenti da assumere per l’occasione con i 29,91 milioni stanziati per l’anno prossimo, i 116,5 per il 2023 e poi via via a salire fino ai 191,28 milioni a partire dal 2033.

Completano il quadro dei finanziamenti per la scuola i 200 milioni appostati sul fondo unico per l’edilizia scolastica a partire dal 2027.

Cospicue sono anche le misure destinate al sistema universitario. A cominciare da un incremento del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) degli atenei stimato in 265 milioni l’anno prossimi, 530 quello dopo e 780 milioni nel 2024. Una parte di queste risorse arriveranno alle università in forma vincolata. Prendiamo il 2022; dei 265 citati solo un centinaio saranno liberi. Per i restanti 165 le destinazioni già individuate sono: assunzioni di docenti, ricercatori e personale tecnico-amministrativo (75 milioni) in deroga alle facoltà assunzionali ordinarie; valorizzazione dei dipendenti degli atenei (50 milioni); cofinanziamento delle chiamate dirette di studiosi provenienti dall’estero (10 milioni), che il Dl sul Pnrr approvato mercoledì punta a semplificare; risorse extra alle Scuole superiori a ordinamento speciale (15 milioni); borse di dottorato di ricerca (15 milioni).

Accanto ai 60 milioni per il Pnr e i 90 per il Fondo ordinario degli enti di ricerca (Foe) spiccano infine altre due voci. Il rifinanziamento del Fondo italiano scienza (che dal 2023 salirà a 200 milioni e dal 2024 a 250) e l’istituzione di un nuovo contenitore (il Fondo scienze applicate) dotato di 50 milioni nel 2022, 150 nel 2023 e 250 nel 2024.

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