Fisco e contabilità

Mef: nasce il Tesoro bis su partecipate, patrimonio e aiuti all’Economia

Il decreto è stato esaminato in consiglio dei ministri e crea il nuovo «Dipartimento dell’Economia»

di Gianni Trovati

La riorganizzazione del ministero dell’Economia con lo spacchettamento del Tesoro è pronta. O almeno lo è il suo primo passo, rappresentato dal decreto di Palazzo Chigi che è stato esaminato oggi in consiglio dei ministri e che crea il nuovo «Dipartimento dell’Economia» con lo spin off delle competenze su partecipate, patrimonio pubblico e aiuti all’economia.

Il decreto è snello, 2 articoli e 8 pagine in tutto per costruire al Mef anche il nuovo Ispettorato generale sul Pnrr appena creato dal decreto-ter sul Piano nazionale. E tutto sommato è meno profondo rispetto a certe previsioni anche l’alleggerimento dei compiti del Tesoro ora guidato da Riccardo Barbieri Hermitte, che continuerà a occuparsi di programmazione economico-finanziaria (Def e Nadef), debito pubblico, rapporti finanziari europei (Ecofin ed Eurogruppo), rapporti finanziari internazionali (G7 e G20) e di regolamentazione del sistema finanziario.

Al nuovo Dipartimento dell’Economia, che diventa il quinto del Mef accanto a Finanze, Ragioneria, Tesoro appunto e Amministrazione generale, andranno le competenze delle attuali direzioni VI e VII, che saranno articolate in tre filoni: gli «interventi finanziari in economia», cioè l’azione pubblica di sostegno ai diversi settori ma anche la vigilanza su enti e fondazioni non bancarie, le partecipazioni societarie, da cui passano le nomine delle società del Tesoro e la gestione della riforma delle aziende locali, e la valorizzazione del patrimonio pubblico.

Il Dpcm è il primo passo perché non può modificare norme primarie e non ha risorse da destinare al nuovo organigramma. Il secondo sarà la nomina del direttore generale: tramontata l’ipotesi di Antonio Turicchi, presidente di Ita, le attenzioni si spostano su Marcello Sala, appena arrivato al Tesoro come responsabile delle relazioni istituzionali, e Paolo Ciocca, commissario Consob. La scelta dipenderà ancora una volta dal punto di equilibrio da trovare fra la premier Meloni e il ministro dell’Economia Giorgetti.

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