Progettazione

Meno ricavi ma più utili per la Top 200 ingegneria: Rina, Italferr e Eni Progetti in testa alla classifica dei fatturati

I big italiani fanno fronte alla crisi e registrano le prime operazioni di fusione e acquisizione. Tutti i numeri dei bilanci 2020

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di Aldo Norsa e Stefano Vecchiarino

Dopo aver esaminato i bilanci 2020 del vertice dell'offerta di servizi di architettura (vedi articolo pubblicato il 29 novembre), in questo prendiamo in esame i dati economico-finanziari delle maggiori 200 società di ingegneria (che, si ricorda, spaziano dall'ambiente costruito all'industria). Anch'esse sembrano essere riuscite a reagire positivamente alla crisi sanitaria iniziata l'anno scorso. E aver affrontato il 2021 con un atteggiamento "proattivo" che già ha dato luogo ad almeno quattro novità societarie di rilievo. In primis la creazione, lo scorso dicembre, di Tecne (nell'ambito di un'Autostrade per l'Italia avviata a uscire dalla "galassia" Benetton) che sostituisce "alla grande" la screditata Spea Engineering. Le altre tre operazioni, minori ma significative di una dinamica promettente, sono, in ordine cronologico:

1) la costituzione, nell'ottobre 2020, della società Bms Recchi, non ancora pienamente operativa ma tale da unire le capacità progettuali della prima con le competenze gestionali della seconda (espresse da Recchiengineering);
2) l'acquisto da parte del gruppo francese Systra di Sws Engineering (specializzata in progettazione di gallerie) che prelude anche all'incorporazione in quest'ultima di Systra-Sotecni (già da 21 anni appartenente al gruppo transalpino) specializzata in ingegneria dei trasporti;
3) la fusione tra Manens-Tifs e Steam che dà luogo a una grande realtà della progettazione integrata (con particolare specializzazione nell'impiantistica edile).

I numeri di insieme
Ecco quanto emerge dalla classifica pubblicata nel Report 2021 on the Italian Architecture, Engineering and Construction Industry edito dalla società di ricerca Guamari e scaricabile dal 15 dicembre dal sito www.guamari.it, giorno in cui sarà al centro di un incontro-dibattito tra i principali operatori ospitato a Milano da Assolombarda.

Nel 2020 le top 200 società di ingegneria (i cui numeri d'insieme sono calcolati per 197 realtà, non considerando i bilanci di Rina Consulting e Systra Sws che redigono per la prima volta un consolidato né di Tecne, al primo anno di attività) sommano una cifra d'affari di 2,3 miliardi (2,6 considerando tutte le 200), in calo del solo 2,4% rispetto al 2019, di cui il 21,8% è fatturato all'estero (27 % le 200). Ma, quello che più conta: alla lieve riduzione dei ricavi corrisponde un forte aumento dei dati reddituali, in particolare l'ebitda cresce del 31,3% e l'utile netto del 45,2 % (con però 26 società in perdita). Non solo ma anche lo stato patrimoniale del vertice dell'ingegneria migliora tanto che la posizione finanziaria netta torna attiva per 8,7 milioni (dopo un indebitamento di 132 milioni del 2019) e il capitale netto si rafforza del 12,6 per cento.

Le società al top
La classifica quest'anno vede al comando Rina Consulting grazie a un inedito consolidato da 256 milioni (ancora 42 volte meno del leader mondiale PowerChina, considerato per la sola divisione ingegneria) seguita da Italferr (gruppo Fs), EniProgetti (gruppo Eni), Italconsult e Proger. Ma, come per i big dell'architettura, altre graduatorie sono possibili per diversi indici significativi.

In primis è interessante dare risalto alle società che nel 2020, nonostante il contesto difficile, si sono contraddistinte per le maggiori crescite di fatturato, tra queste spiccano (senza contare Seingim Power, realtà nata con l'acquisto da parte di Seingim nel dicembre 2019 del ramo d'azienda Npi di Rina Consulting): Owac Engineering Company, attiva nell'ingegneria ambientale che fa il suo esordio in classifica grazie a una produzione più che triplicata, seguita da quattro società che raddoppiano il giro d'affari quali E-Farm Engineering & Consulting, Studio Speri, Idreco e Pro-Tec Milano.

Le società che presentano la maggior quota di ricavi internazionali sono quattro che lavorano esclusivamente all'estero: Agt (già Agrotec), Anas International Enterprise, Ars Progetti e Studio Ing. G. Pietrangeli oltre a una che, nonostante sia la filiale di un gruppo olandese, lavora per il 99,1 % fuori dai confini, Fugro Italy. Dal punto di vista reddituale I migliori ebitda margin (margine operativo lordo su fatturato) sono espressi da Owac Engineering Company (72%), Prometeoengineering.it (54,7%), Ambiente, che beneficia della cessione nel marzo 2020 della divisione laboratori al gruppo tedesco Agrolab (50,1 %), Studio Idrogeotecnico (45,3%) e Perelli Consulting (43,1%). Le stesse cinque società possono vantare anche i migliori net margin (utile netto su fatturato).

Passando allo stato patrimoniale sono ben 105 le società in classifica (su 162 per cui il dato è disponibile) che possono vantare una posizione finanziaria netta attiva e tra queste, quelle di maggior entità le dichiarano Enereco (19,4 milioni), Manens-Tifs (13,8 milioni), Sina (gruppo Astm/Gavio) (12,4 milioni), Ird Engineering (9,6 milioni) e Jacobs Italia (8,9 milioni), filiale dell'omonimo gruppo statunitense.

Quale futuro
I cospicui investimenti programmati nel quadro del Pnrr non possono che "galvanizzare" l'offerta di ingegneria organizzata in ogni sua declinazione, anche in considerazione del buono stato di salute con cui ha terminato il 2020. Ma probabilmente, in considerazione del persistente nanismo imprenditoriale italiano, queste nuove risorse attireranno altri gruppi stranieri ad aprire filiali nella Penisola (oltre alle 28 già esistenti) o a potenziarle. Sempre che l'addormentata pubblica amministrazione (a differenza della dinamica committenza privata) si dimostri in grado di effettivamente spendere quanto stanziato e valorizzi il ruolo trainante di un sistema dell'ingegneria sempre più sintonizzato sull'innovazione e l'internazionalizzazione. Peraltro una crescita quantitativa (e soprattutto, auspicabilmente, qualitativa) del mercato nazionale non potrà che avere effetti benefici su una maggior concorrenzialità delle nostre società anche all'estero, dove peraltro già, secondo l'indagine di Guamari, ben 61 realtà hanno presìdi stabili in ogni continente. Questo trend permetterà di migliorare la nostra prestazione mondiale che, pur nell'annus horribilis 2020 (in cui sono stati severamente ridotti gli spostamenti e gli scambi) 12 campioni italiani (su 225 esaminati dalla rivista statunitense Enr) sono riusciti a contenere i danni riducendo solo la loro quota dell'export mondiale da 1,6 nel 2019 a 1,5 per cento.

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