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Milano-Cortina, collaborazione tra Anac e Procura di Venezia sugli appalti per le Olimpiadi

Scambio di informazioni per assicurare la correttezza delle procedure e prevenire le infiltrazioni

di El. & E.


Stretta collaborazione e scambio di informazioni fra l'Autorità Nazionale Anticorruzione e la Procura della Repubblica di Venezia in vista dei Giochi olimpici invernali Milano Cortina 2026: è questo l'obiettivo di un protocollo d'Intesa firmato oggi fra il presidente dell'Anac Giuseppe Busia e il procuratore capo Venezia Bruno Cherchi.

L'accordo è finalizzato a intensificare la vigilanza sugli appalti e i contratti pubblici di servizi e forniture in preparazione delle Olimpiadi del 2026. Anac informerà prontamente la Procura sulla presenza di situazioni anomale rilevate, sintomatiche di condotte o eventi illeciti attribuibili alle imprese coinvolte nei lavori per i giochi olimpici; fornirà alla Procura documentazioni, atti e informazioni in materia di competenza dell'Autorità. Saranno trasmessi anche gli esiti di attività d'indagine ispettiva e istruttoria di Anac da cui emergano irregolarità di rilievo penale. La Procura della Repubblica, da parte sua, fornirà ad Anac ogni informazione non coperta da segreto istruttorio che sia utile ad una più efficace azione di vigilanza amministrativa in materia di contratti pubblici.

"Le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 saranno un'occasione importante per il Paese", sottolinea il presidente di Anac, Giuseppe Busia, e "uno stimolo fondamentale per costruire e rigenerare gli impianti sportivi in una direzione ecosostenibile, green e inclusiva di tutti", perché tutto questo si realizzi, "è fondamentale che gli investimenti rispettino le regole di buona gestione, correttezza, e trasparenza. Diviene quindi essenziale prevenire ogni forma di malaffare e corruzione, vigilando intensamente".

Il procuratore della Repubblica di Venezia, Bruno Cherchi spiega che "da tempo l'attività processuale ha evidenziato un'importante presenza della criminalità organizzata soprattutto 'ndranghetista e camorrista nel Veneto, con l'obiettivo di inserirsi nelle diverse attività economiche e negli appalti, per riciclare denaro di provenienza illecita, ma anche per investire i proventi in qualche modo ripuliti. In questo quadro, è apparso di certo rilievo la necessità di uno stretto rapporto con l'attività di vigilanza e controllo di competenza di Anac, che possa, eventualmente, consentire un intervento tempestivo della Procura distrettuale di Venezia, che, come noto, per i reati di criminalità mafiosa, ha competenza su tutta la Regione"

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