Fisco e contabilità

Milleproroghe, un anno in più per le gare dei balneari

Per i medici di base pensione a 72 anni volontaria, contratti di somministrazione a maglie larghe fino al 30 giugno 2025

di Marco Mobili e Gianni Trovati

La querelle eterna dei balneari continua a complicare la navigazione del Milleproroghe al Senato. La soluzione dovrebbe arrivare al voto oggi sotto forma di un emendamento voluto da Forza Italia, e ora al parere del Mef, con una proroga secca di un anno dei termini entro i quali concludere le gare per le nuove concessioni. La mossa chiuderebbe il cerchio aperto da due correttivi presentati ieri dal relatore: il primo dà tempo al governo fino a fine luglio per approvare in via definitiva il decreto sul monitoraggio delle concessioni attuali, che ha già visto il primo passaggio in consiglio dei ministri e l’esame della Conferenza unificata e avrebbe d0vuto vedere la luce entro la fine di questo mese. Il secondo vieta espressamente l’avvio delle gare prima che sia approvato il decreto con i criteri per i bandi.

Curiosamente questo secondo provvedimento, cioè lo snodo chiave per far partire davvero le procedure aperte per la scelta dei nuovi concessionari, non riceve rinvii, che probabilmente avrebbero infastidito parecchio la commissione Ue e i verificatori comunitari degli obiettivi del Pnrr. Ma il rinvio annuale in cottura interviene su un piano ancora più sostanziale, perché permette di concludere le gare entro il 31 dicembre del 2024: cioè un anno in più della scadenza di fine 2023 che il Consiglio di Stato aveva indicato come data ultima inderogabile. Nell’attesa, i voti finali in commissione Affari costituzionali e Bilancio di Palazzo Madama slittano a oggi.

Fra gli emendamenti approvati ieri si incontra invece lo slittamento al 30 giugno 2025 del periodo entro il quale i datori di lavoro potranno utilizzare i contratti interinali con lo stesso addetto per più di 24 mesi senza arrivare alla trasformazione automatica del rapporto in un lavoro a tempo indeterminato. Niente da fare invece per la proposta di estendere ulteriormente le regole semplificate per lo Smart Working dei lavoratori fragili dal punto di vista sanitario.

Dopo un lungo tira e molla assume poi una forma definitiva la deroga ai limiti di età per i medici. Lo spostamento, su base volontaria, a 72 anni del pensionamento riguarderà solo medici e pediatri di base. Per loro, e soprattutto per i loro pazienti, arriva poi un allargamento ulteriore della finestra di utilizzo della ricetta elettronica, che potrà essere impiegata anche per tutto il 2024. Sempre in fatto di sanità, è da segnalare l’estensione da 4 a 8 ore per l’attività libero professionale degli infermieri anche presso strutture diverse da quella di appartenenza. «Così si affronta in modo strutturale la carenza di personale sanitario», esulta la Federazione nazionale degli infermieri (Fnopi).

Approvata poi una nuova sanatoria per i presidi. Chi ha partecipato al concorso del 2017 e ha sostenuto almeno la prima prova scritta (e poi ha presentato ricorso) potrà accedere a un corso intensivo di formazione e poi alla relativa prova finale. I dettagli saranno definiti da un decreto del ministero dell’Istruzione. La norma, secondo gli esperti, potrebbe interessare un migliaio di aspiranti presidi. Gli studenti universitari, invece, potranno invece laurearsi entro il 15 giugno 2023 senza sforare l’anno accademico 2021/2022.

Agrotecnici, geometri e periti ottengono invece un anno in più per lo svolgimento degli esami di Stato con le procedure semplificate dalle regole pandemiche, come già previsto da un altro emendamento del governo per gli altri professionisti.

Arriva poi al traguardo dell’approvazione anche l’emendamento che per i Comuni fino a 5 mila abitanti estende la possibilità fino a 24 mesi di mantenere la figura del segretario comunale, titolare anche in altre sedi di fascia superiore. Un’altra proroga di un anno, infine, investe il commissario straordinario al debito di Roma Capitale.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©