Amministratori

Mobilità urbana per moto e bici: Comuni in ritardo sulla sicurezza

Ministro Costa: «Incentivo all'uso, con 20mila km di nuove piste ciclabili»

di Antonio Larizza

La passione degli italiani per le due ruote cresce molto più velocemente dell’attenzione riservata dalle amministrazioni comunali a questa forma di mobilità. Il quinto rapporto dell’Osservatorio Focus2R, l’indagine nazionale su infrastrutture, sicurezza e mobilità per le due ruote presentato ieri da Ancma e Legambiente, certifica che per una volta si deve ancora pazientare.

Colpisce il dato sulla sicurezza: a fronte di un lieve calo del numero di decessi di motociclisti e scooteristi sulle strade italiane, la sicurezza delle due ruote - sia a motore che non - non è considerata una priorità dal 59% dei comuni intervistati (96 capoluoghi su 104) cui si aggiunge un 12% di città che, negli strumenti di pianificazione della mobilità urbana, attribuiscono alla sicurezza dei centauri una priorità «bassa».

Solo sei comuni - Benevento, Imperia, Milano, Parma, Taranto, Venezia - consentono pieno accesso a moto, scooter e ciclomotori alle corsie riservate ai mezzi pubblici, mentre Bergamo, Como, Genova e Pescara prevedono un accesso parziale.

Tra le note positive, il numero di comuni che dichiara di aver installato guardrail dotati di protezioni a tutela dell’incolumità dei motociclisti, che passa dal 17% del 2015 al 32% del 2019, e l’andamento dello sharing, soprattutto a trazione elettrica, sebbene il mercato sia concentrato in cinque grandi città - Genova, Milano, Rimini, Roma e Torino - con Milano che da sola rappresenta il 57% del totale.

L’Osservatorio ha monitorato anche l’attenzione rivolta dalle amministrazioni alle biciclette. Sul lungo periodo, tra il 2015 e il 2019, nelle città italiane si registra il triplo di mezzi in bike sharing, un aumento dell’86% dei punti di ricarica per e-bike e una crescita di comuni dove è possibile trasportare la bici sui mezzi pubblici (saliti dal 31 al 45%).

Intervenendo alla presentazione del rapporto, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha riferito dati ancora migliori per il 2020 - il rapporto fotografa la situazione a fine 2019 - e spiegato la sua visione per il dopo bonus-bici. «Vogliamo passare – ha detto il ministro – dall’incentivo all’acquisto all’incentivo all’uso della bicicletta: per questo il nostro piano prevede risorse per i comuni finalizzate alla nascita di 20mila km di piste ciclabili». Un piano ambizioso, disegnato per essere attuato nei prossimi due anni e mezzo di legislatura. Costruttori permettendo.

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