Fisco e contabilità

Modello spagnolo, tassi di spesa al 70-80% per le piccole opere

I resoconti Mise e Interni sui 900 milioni disponibili della «norma Fraccaro»

di Giorgio Santilli

Continua ad avere tassi record di spesa - unici per il panorama italiano - il programma di finanziamento alle piccole opere dei comuni, noto anche come «norma Fraccaro» o «modello spagnolo», perché mutuato da quanto fatto in Spagna e portato in Italia dall’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio su proposta dell’Ance.

I programmi, in realtà, sono due. Il primo in ordine di tempo fa capo al ministero degli Interni, è dotato di 400 milioni e ha finanziato 8.263 opere di messa in sicurezza (il 57% sono strade) : è partito con la legge di bilancio 2019 e ha erogato a oggi pagamenti stimati dal monitoraggio contabile al 79,5% del contributo concesso (i pagamenti accertati sono poco sotto, al 76,3%).

Il secondo programma, successivo in ordine di tempo, fa capo al Ministero dello Sviluppo economico, è dotato di 500 milioni e ha finanziato 8.234 interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile: è stato previsto dal decreto legge crescita (34/2019) ma è decollato concretamente con il Dm del 14 maggio 2019 e ha avuto poi una proroga di inizio lavori per la pandemia con il decreto legge 34/2020. Nonostante questi rallentamenti, la quota di spese pagate è stimata dal Mise al 71,1% del totale dei contributi,a fronte di un monitoraggio dei pagamenti effettivi accertati che si colloca poco sotto il 60%.

I dati sono aggiornati a gennaio e arrivano dal monitoraggio del Dipe, il dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica di Palazzo Chigi.

Il successo di questi programmi nasce proprio dal modello di spesa, inusuale per l’Italia. Non solo, infatti, il finanziamento è destinato a piccole opere (molte sono anche manutenzioni) che devono avere progetti cantierabili, ma la norma prevede una scansione ritmata di vari passaggi decisivi, come la presentazione del progetto, l’inizio e la fine dei lavori. Se non vengono rispettati i termini, la sanzione per il comune è il ritiro dei fondi. Come è noto, in Italia il rispetto dei termini per le opere pubbliche non viene sanzionato con penalità così rilevanti. Ovviamente aiuta il fatto che si tratti spesso di interventi di manutenzione che hanno obblighi progettuali ridotti.

In questa chiave è però interessante anche notare come non ci siano sostanziali differenze fra lo stato di avanzamento degli interventi di manutenzione e delle nuove realizzazioni (o ampliamenti): nel caso del programma del ministero degli Interni le nuove opere sono all’80,8% e le manutenzioni al 79,5%; in quello del Mise, le manutenzioni sono al 72% contro il 62% delle nuove opere. Sul piano territoriale, la quota maggiore di contributi del programma Mise è andato al Nord-ovest (36%), seguito da Sud (33%), Nord-est (17%) e Centro (14%).

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