Progettazione

Monitoraggio ponti, Il Tar dà ragione agli ingegneri: no alla competenza esclusiva dei laboratori sulle prove non distruttive

Sospesi decreto Infrastrutture e Linee guida del Consiglio superiore dei lavori pubblici

di Mauro Salerno

Va agli ingegneri il primo round della battaglia delle competenze sulle verifiche strutturali di ponti e viadotti. Il Tar Lazio ha accolto la sospensiva, chiesta dall'ordine della Provincia di Roma, contro la scelta del Consiglio superiore dei Lavori pubblici di riservare a pochi laboratori di prova autorizzati il compito di effettuare le prove non distruttive per la verifica dello stato delle strutture.

A finire nel mirino ci sono le «Linee guida Linee guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza ed il monitoraggio dei ponti esistenti», approvate dal Consiglio superiore dei lavori pubblici il 17 aprile 2020, nella parte in cui si prevede che «le prove ed i controlli sui materiali da costruzione su strutture e costruzioni esistenti di cui alla Circolare 03 dicembre 2019 n. 633/STC e s.m.i., devono essere effettuate e certificate da un laboratorio di cui all'articolo 59 del Dpr 380/2001 e s.m.i., dotato di specifica autorizzazione, ove prevista». Una clausola che in pratica circoscrive la possibilità di effettuare queste prove ai laboratori universitari, al laboratorio di Scienza elle costruzioni della Protezione civile, ai laboratori di Rfi e Anas e gli altri laboratori autorizzati da Porta Pia, escludendo però gli ingegneri.

Accogliendo la richiesta di sospensiva dell'Ordine degli ingegneri di Roma, il Tar ha bocciato l'idea di riservare le attività di verifica non distruttiva sui ponti ai soli laboratori precisando che, «a differenza di quanto argomentato dal Consiglio superiore dei lavori pubblici», le norme di riferimento (articolo 59 del dpr 380/2001) non prevedono una riserva di competenza a favore dei laboratori. Per i giudici , vene solo contemplata « la mera possibilità che i suddetti laboratori siano autorizzati, ove in possesso dei requisiti di legge, ad effettuare le prove non distruttive in situ su strutture esistenti. Quindi, sono da considerarsi "in aggiunta" ai soggetti già legittimati a svolgere tali accertamenti e non già in loro "sostituzione"».

Di qui la decisione di sospendere l'operatività d elle Linee guida e del decreto con cui sono state adottate (Dm Infrastrutture del 17 dicembre 2020, pubblicato sulla pagina istituzionale del Ministero il 28 dicembre 2020), in attesa della trattazione di merito fissata per il 15 dicembre 2021.

Nel frattempo gli ingegneri di Roma non nascondono l soddisfazione per la decisione del Tar. «Abbiamo sempre lavorato in difesa delle competenze degli ingegneri e questo è un grande successo, soprattutto in un momento storico difficile come quello che stiamo vivendo, dove si assiste quotidianamente a una depapeurazione del nostro lavoro», dice Carla Cappiello, presidente dell'Ordine romano.

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