Fisco e contabilità

Nel decreto bollette anche la proroga che salva i Comuni usciti dal dissesto

Rinviata di un anno la norma che impone di costituire il fondo per la gestione e il rimborso delle vecchie anticipazioni di liquidità sblocca-debiti

di Celestina Dominelli e Gianni Trovati

Bonus sociale per le famiglie con Isee fino a 15mila euro esteso anche al prossimo trimestre, insieme al taglio dell’Iva sul gas al 5% (per gli usi civili e industriali) e all’azzeramento degli oneri generali sul gas. Mentre, per le voci parafiscali nella bolletta della luce, la soluzione che starebbe prendendo quota nelle ultime ore è quella di un ripristino ma con la possibilità di usufruire di altri sostegni che il Mef sta ancora mettendo a punto. Come il contributo temporaneo che dovrebbe scattare per le spese di riscaldamento a partire da ottobre (in caso di superamento di una certa soglia del prezzo del gas) e che dovrebbe favorire il risparmio energetico.

Sarebbe questo il menu del nuovo decreto bollette atteso oggi in Consiglio dei ministri. L’assetto definitivo è però ancora al centro del lavoro dei tecnici. Di certo, per il momento, c’è la dote complessiva da 4,9 miliardi, ma sulle misure ancora si tratta.

Per le famiglie dovrebbe arrivare la sostanziale conferma degli sconti in vigore fino a venerdì, a partire dal taglio dell’Iva sul gas al 5% e dall’alleggerimento degli oneri per la bolletta del gas, mentre quelli elettrici verrebbero reintrodotti ma con alcuni sconti per compensarne l’impatto. Resterebbe in pista anche per il prossimo trimestre, il bonus sociale per le famiglie con un Isee fino a 15mila euro (già previsto, in verità, per tutto l’anno dall’ultima manovra approvata dal governo).

Sul fronte delle imprese, invece, l’ipotesi resta quella di una conferma del credito d’imposta che scatterebbe però solo al superamento di una certa soglia di prezzo del gas (si parla di 70 euro per megawattora), mentre con quotazioni inferiori si scenderebbe al 20% per energivori e gasivori (rispetto al 45% attuale) e al 10% per gli altri. Su quest’ultimo punto sarebbe però in corso un negoziato tra governo e imprese che chiedono di ripristinare, al posto del credito d’imposta, il taglio degli oneri di sistema per le utenze con potenza disponibile superiore a 16,5 kilowatt connesse in media e alta/altissima tensione. Un taglio che era stato previsto da alcuni decreti governativi varati lo scorso anno ma non è stato incluso nell’ultima manovra, in cui sono state inserite le misure di alleggerimento per le bollette di famiglie e imprese dei primi tre mesi del 2023.

Ma le bollette sono solo il capitolo centrale di un decreto che si occuperà anche di altri temi, dalla sanità agli enti locali. Su quest'ultimo terreno dovrebbe avere successo il pressing avviato nelle scorse settimane da molti sindaci, a partire da Clemente Mastella a Benevento, per stoppare gli effetti di una norma inserita nel Dl 115/2022 che carica sui bilanci degli enti usciti dal dissesto la gestione dei vecchi fondi sblocca-debiti, prima di quella norma affidati agli organismi straordinari di liquidazione. Il tema è tecnico ma le ricadute sostanziali perché, lamentano i sindaci, la costituzione del fondo in pratica rischia di far ripiombare molti nel default. La norma, figlia di un fitto confronto tecnico fra amministratori e Mef, non cancella il meccanismo ma si limita in pratica a rinviarlo di un anno, a partire dal rendiconto 2023 che andrà approvato a primavera 2024.

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