Fisco e contabilità

Dl proroghe, salta la norma ponte salva-concessioni - Smart working «semplificato» fino al 31 dicembre

Prolungamento fino al 31 dicembre delle procedure semplificate per lo smart working nella Pa

di Marco Mobili e Gianni Trovati

Via libera dal Consiglio dei ministri che si è riunito questa mattina al decreto legge di proroga dei termini. Nel testo non è stata inserita la norma, oggetto di approfondimenti tecnici nelle ultime ore, sulla proroga delle concessioni balneari e per gli ambulanti.

Il blocca-cartelle pensato per fermare gli oltre 35 milioni di atti del Fisco pronti a ripartire dal 3 maggio rischia di slittare.

Anche ieri è stata una giornata di riunioni continue, tecniche e politiche; i lavori sono in corso ma il quadro aggiornato rimanda la norma alla prossima settimana, quando dovrebbe arrivare in consiglio dei ministri il bis del decreto «Sostegni». Decreto, a differenza del Milleproroghe di primavera, carico di coperture, 35 dei 40 miliardi di scostamento approvati dalle Camere, che potrebbero quindi finanziare anche i costi del nuovo slittamento. Lo stop arriverebbe postumo, a termine del congelamento attuale già scaduto: ma non sarebbe la prima volta. Il vecchio termine, che era fissato al 28 febbraio, è stato spostato a fine aprile il 22 marzo con il «Sostegni» numero uno. Qualche giorno in più potrebbe servire anche per discutere su una possibile limitazione selettiva della misura, sulla falsariga di quanto accaduto a marzo sul mini-condono; questa volta a individuare i destinatari del nuovo stop potrebbe essere una soglia di perdita di fatturato.

Tra le proroghe emergenziali, come anticipato nei giorni scorsi dal Sole 24 Ore, il prolungamento fino al 31 dicembre delle procedure semplificate per lo smart working nella Pa, con addio alle soglie minime obbligatorie, lo spostamento al 31 maggio del termine per la chiusura di preventivi e rendiconti negli enti locali e al 30 settembre della validità di documenti e carte d’identità.

Rispetto alle versioni circolate nei giorni scorsi la griglia del nuovo decreto proroghe si sta arricchendo. Tra i temi nuovi si fa largo la norma ponte per sospendere il caos che circonda le concessioni locali. Un caos a due facce. In primo luogo ci sono gli ambulanti, che ieri mattina a Roma hanno manifestato contro la decisione della sindaca Raggi di mettere a bando le concessioni. Ma la questione riguarda anche tutte le concessioni balneari, al centro di un conflitto giuridico sulla legittimità della proroga delle attuali concessioni al 2033 disposta dalla legge di bilancio ma contraria alle indicazioni comunitarie.

Ieri il ministro allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha garantito al Prefetto di Roma l’arrivo del nuovo scudo. La sua durata sarebbe legata al calendario dello stato di emergenza, ora in vigore fino al 31 luglio. Ma una scadenza diversa potrebbe riguardare i balneari, con l’obiettivo di salvare la stagione estiva.

A spingere per il nuovo intervento sono anche i sindaci, in particolare nei Comuni costieri, che spesso si trovano al bivio fra essere denunciati dai concessionari (se applicano le regole Ue) o dagli aspiranti tali (se applicano le proroghe italiane). La decisione politica arriverà oggi in consiglio dei ministri, in un calendario che curiosamente intreccia il nuovo stop alla direttiva Bolkestein e l’invio a Bruxelles del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza in cui il governo promette un rilancio della legge annuale sulla concorrenza e un’accelerazione degli interventi di liberalizzazione in molti settori. Proprio per venire incontro alle obiezioni comunitarie su un eccesso di timidezza sul tema nelle prime versioni del Piano.

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