Amministratori

Niente accesso ai pareri dell'avvocatura interna quando sono presenti «strategie» difensive

L'istanza deve essere accolta se il parere richiesto riguarda un mero quesito giuridico-interpretativo

di Pietro Alessio Palumbo

In virtù del segreto professionale possono essere sottratti alla regola generale del diritto d'accesso agli atti della Pa i pareri legali resi dall'avvocatura interna agli uffici regionali in relazione a una lite potenziale o in atto. Con la sentenza n. 1092/2021 il Tar Veneto ha precisato che questa regola, valida per tutti gli enti pubblici, risponde alla necessità di salvaguardare le strategie processuali della parte pubblica, che sebbene soggetta alla massima trasparenza dei suoi documenti non è affatto tenuta a rivelare ad alcun altro soggetto, e tanto meno al proprio contraddittore attuale o potenziale, gli argomenti in base ai quali intende controbattere in giudizio le pretese avversarie. Diversamente l'istanza d'accesso deve essere accolta quando il parere richiesto dagli uffici amministrativi all'avvocatura interna contenga un mero quesito giuridico-interpretativo la cui soluzione abbia assunto sicura rilevanza in un iter procedimentale.

Secondo il Tar veneto deve essere accolta l'istanza d'accesso quando il parere legale abbia avuto una funzione endoprocedimentale e sia quindi correlato a un procedimento amministrativo che si è concluso con un provvedimento che gli è collegato anche solo in termini sostanziali, e quindi pur in assenza di un richiamo formale a esso. Al contrario la richiesta di accesso agli atti va negata quando il parere sia stato espresso al fine di definire una vera e propria «tattica» una volta insorto un determinato contenzioso, ovvero una volta iniziate situazioni (anche solo) potenzialmente idonee a sfociare in un giudizio.

In ogni caso la circostanza che il parere legale sia stato reso nell'ambito di una vicenda pregressa oggetto do un contenzioso di cui una parte ancora in atto, non può essere considerata priva di rilevanza ai fini del decidere se concederne o meno l'ostensione. Questo perché è possibile che il parere e la richiesta di parere contengano valutazioni e riferimenti afferenti alla metodologia difensiva dell'ente pubblico. Ne consegue che le parti dei documenti che eventualmente siano idonee a rivelare valutazioni relative al piano legale da adottare nell'ambito del contenzioso in atto o in contenziosi ipotizzabili, dovranno essere sottratte all'accesso attraverso l'impiego di opportuni accorgimenti quali lo «stralcio» ovvero l'«omissis»; Accorgimenti e metodi utili a garantire il diritto di difesa dell'amministrazione ma che comunque devono essere accompagnati dalla puntuale attestazione da parte del responsabile del procedimento asserente che le parti omesse o stralciate riguardano considerazioni di carattere nitidamente difensivo.

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