Personale

Niente peculato al dirigente Unep che non versa i contributi previdenziali dei collaboratori

Le somme di denaro trattenute non hanno natura pubblica ma rispondono a un obbligo di tipo privatistico

di Andrea Alberto Moramarco

Il dirigente Unep che non versa i contributi previdenziali degli ufficiali giudiziari non può essere accusato di peculato. Le somme di denaro trattenute, infatti, non hanno natura pubblica, ma rispondono ad un obbligo di tipo privatistico, al punto che in caso di inadempimento del dirigente, l'onere contributivo continua a gravare sul lavoratore tenuto al versamento. Ad affermarlo è la Cassazione con la sentenza n. 1891/2021.

Protagonista delle vicenda è un dirigente Unep (Ufficio notificazioni, esecuzioni e protesti), l'ufficio presente presso Tribunali e Corti d'appello all'interno del quale prestano servizio gli ufficiali giudiziari. All'esito di una indagine disposta dal ministero della Giustizia, il dirigente veniva accusato di plurime condotte appropriative, integranti il delitto di peculato di cui all'articolo 314 del codice penale, per le quali veniva condannato in entrambi i giudizi di merito.

Il verdetto cambia però in Cassazione, dove i giudici di legittimità, andando oltre il ricorso della difesa in nome della propria funzione nomofilattica, si sono soffermati in particolare sull'analisi di una delle condotte contestate, ovvero l'appropriazione del dirigente, quale sostituto d'imposta, di somme dovute all'Amministrazione quale contributi/quote pensioni per ufficiali giudiziari e contributi inerenti l'opera di previdenza per i medesimi.

La Suprema corte ha ritenuto che per tale contestazione non possa invocarsi il delitto di peculato, in considerazione del fatto che le somme di denaro trattenute dal dirigente e non versate non costituiscono «pecunia pubblica». La condotta ascritta al dirigente è quella di non aver versato contributi pensionistici e di previdenza dei dipendenti, che sono stati trattenuti in busta paga dal dirigente Unep quale sostituto d'imposta. Quest'ultimo, secondo lle norme vigenti, avrebbe dovuto dichiarare tali somme attraverso le denuncie mensili analitiche (Dma) e versarle all'Inpdap territorialmente competente. Queste somme di denaro non possono però essere considerate di natura pubblica, perché riferibili alle quote di retribuzione derivanti da proventi percepiti dagli ufficiali giudiziari che si diversificano, anche bell'entità, tra i vari uffici.

Si tratta, infatti, di somme «divenute di spettanza dei dipendenti per effetto della liquidazione di un obbligo, imposto al datore di lavoro tenuto al conseguente versamento», ovvero di somme relative a contributi posti «direttamente a carico del singolo dipendente, anche se espletati obbligatoriamente dal dirigente Unep e, pertanto, regolati da rapporti di tipo privatistico. Difatti, in caso di inadempimento, «l'onere contributivo continua a gravare sul lavoratore tenuto al versamento».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©