Appalti

Nuovo codice, arriva la scure di Salvini: il testo della bozza va tagliato almeno della metà

Il ministro delle Infrastrutture: il provvedimento deve essere sburocratizzato. Confermato l'obiettivo di portare il decreto in Cdm ai primi di dicembre

di Mauro Salerno

Era attesa e alla fine si è materializzata. La scure di Matteo Salvini è pronta ad abbattersi sul nuovo codice appalti per il quale il neo ministro delle Infrastrutture ha in serbo una rigida cura dimagrante. «Il testo della bozza del codice appalti deve essere tagliato della metà», espungendo il 50% «delle parole ora presenti nel testo», ha detto il ministro, intervenendo all'assemblea di Confindustria Assoimmobiliare a Roma.

Anche se ufficialmente ha più volte dato atto del lavoro svolto dal Consiglio di Stato sulla base dell'incarico a suo tempo ricevuto da Mario Draghi, è evidente che a Salvini la bozza partorita dalla commissione mista nominata da Palazzo Spada non deve essere piaciuta moltissimo. «Come missione iniziale ho chiesto agli uffici dell'Mit di tagliare la metà del testo - ha insistito il neo ministro, che nel governo Meloni svolge anche il ruolo di vicepremier -. Bisogna ridurre alla metà il corpo semantico, dando alcune indicazioni: sburocratizzare, velocizzare gli appalti sotto soglia».

Un compito da portare a tempo in pochissimi giorni. Salvini ha infatti ribadito l'intenzione di portare il nuovo codice in versione light «in Consiglio dei ministri ai primi di dicembre». «È una corsa contro il tempo - ha sottolineato - perché mancano ancora alcune decine di allegati». Per raggiungere l'obiettivo il neo ministro ha intenzione di chiedere l'aiuto degli operatori, sottraendo la bozza la controllo esclusivo dei tecnici di Palazzo Spada che hanno condotto le danze fino a ora.

Sul punto Salvini ha spiegato di aver chiesto «agli uffici del Mit che sono corresponsabili con Palazzo Chigi dell'estensione finale del testo di aprire le porte del ministero di coinvolgere associazioni, realtà imprenditoriali, soggetti pubbblici e privati» per semplificare la bozza composta ora da 230 articoli (10 in più del codice in vigore) e circa 40 allegati. «Va rimessa in circolo l'energia, la voglia anche del pubblico di firmare, di prendersi delle responsabilità, di autorizzare», ha aggiunto Salvini, secondo cui «va rivisto anche il ruolo della Corte dei Conti», perché «in un Paese normale sarebbe importante che il parere venga dato positivamente a monte e non negativamente a valle».

Tra i dossier trovati fermi «da anni al ministero», Salvini ha citato anche il «Testo unico per la disciplina per le costruzioni». «Sono pieno di bozze - ha concluso il ministro - vediamo di trasformarle in atti». Per il codice appalti la corsa parte da una pesante cura dimagrante. Vedremo a dicembre se l'impegno produrrà gli effetti sperati dal nuovo ministro.

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