Appalti

Nuovo codice, da Salvini sì al periodo transitorio: ok finale entro marzo, ma entrata in vigore in estate (o dopo)

Il ministro: stiamo ragionando con l'Europa sui tempi perché le nuove norme devono aiutare, non bloccare. Intanto slitta il parere del Parlamento

di Mauro Salerno

Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini conferma che l'approvazione del nuovo codice appalti arriverà entro il 31 marzo, come previsto dal cronoprogramma delle riforme Pnrr, ma al tempo stesso mostra di essere pronto ad assecondare le richieste di chi, dalle imprese all'Anac, ha chiesto un periodo transitorio utile a far digerire le novità a Pa e imprese, in modo da evitare un blocco del mercato degli appalti, proprio nel pieno della corsa ad attuare gli investimenti del Pnrr. Rispondendo alle domande dei cronisti a margine della visita di uno dei cantieri della linea C della metropolitana di Roma, svolta insieme al sindaco Gualtieri, Salvini ha confermato che «il codice appalti sarà approvato e sarà legge come previsto entro il 31 marzo, ma stiamo ragionando con l'Europa, con i Comuni e con le imprese, per capire se l'entrata in vigore in estate o anche qualche mese dopo possa aiutare a non bloccare tutto il sistema degli appalti».

Per il ministro «è chiaro che quando cambia una norma con 230 articoli, magari per Roma e Milano non è un problema, ma un piccolo comune rischia di metterci qualche mese a mettere a terra i cantieri». «Quindi - ha continuato Salvini - conto che venga approvato nei tempi utili, con ulteriori snellimenti. Mentre sull'entrata in vigore siamo a disposizione, perché questo codice deve aiutare Comuni e imprese e dunque penso che l'Europa ci ascolterà, così come ci ascolterà sui tempi del Pnrr perché visti gli anni del Covid una ridiscussione dei modi e dei tempi sarà sentita a livello continentale».

Intanto, si allungano i tempi dell'esame parlamentare del decreto legislativo su cui il governo dovrà dare l'ok finale entro il 31 marzo. In base a quanto previsto dalla legge delega il parere delle commissioni parlamentari dovrebbe essere rilasciato entro l'8 febbraio (30 giorni dalla trasmissione alle Camere avvenuta il 9 gennaio): tempi risultati stretti anche alla luce delle numerose audizioni richieste da deputati e senatori. La questione è stata tirata in ballo ieri in Senato. Di fronte alla richiesta del il presidente della commissione Ambiente e lavori pubblici del Senato Gianni Rosa di riconoscere «un periodo di tempo congruo ai relatori per elaborare lo schema di parere» il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi ha dato l'ok ad attendere il parere fino al 21 febbraio.

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