Appalti

Nuovo ospedale di Trento, ennesimo stop per il Pf: il promotore Guerrato «disarcionato» dal Tar

Ancora un colpo di scena nella battaglia legale infinita per la maxi-opera bandita nel 2011. Il Tar accoglie (in parte) il ricorso di Pizzarotti per «incoerenze» sugli aspetti finanziari

di Massimo Frontera

Il cantiere del nuovo ospedale di Trento si allontana ancora a causa di un terzo contenzioso sulla gara, aperto con un ricorso al Tar da Pizzarotti contro la nomina a promotore dell'opera del rivale Guerrato, formalizzata a gennaio scorso. Dopo due esiti chiusi dai giudici di Palazzo Spada, il maxi-Pf da oltre 300 milioni di euro vive l'ennesima battuta d'arresto giudiziaria. Con la sentenza pubblicata lo scorso 16 giugno il Tar Trento ( n.91/2020 ) ha infatti annullato la nomina a promotore di Guerrato, accogliendo uno dei motivi del ricorso di Pizzarotti. I giudici del Tar hanno ritenuto fondato il rilievo di Pizzarotti contro quello che è stato ritenuto un elemento di debolezza dell'offerta tecnica di Guerrato, attinente agli aspetti finanziari della concessione.

L'«incoerenza» tra Pef e attestazione della Sgr
Più precisamente, il motivo del ricorso analizzato dai giudici riguarda quella che è stata indicata come una «incoerenza» tra il documento che attesta il «preliminare coinvolgimento di uno o più banche e/o istituzioni finanziarie» e il Piano economico e finanziario presentato da Guerrato. Da quanto ricostruito dai giudici, è stata riconosciuta una «incoerenza interna» tra il Piano economico e finanziario di Guerrato, che prevede la copertura con il finanziamento bancario, e l'attestazione di preliminare interesse, che è stato invece sottoscritto non da una banca bensì da una Sgr (nel caso specifico Auriga Asset Management Limited, con sede a Malta). Tale incoerenza - dicono in sostanza i giudici - non è formale ma sostanziale perché - spiegano sempre i giudici interpretando la norma del codice appalti vigente al momento della gara (Dlgs 163/2006, art.144, comma 3-ter) - il legislatore «rende esplicita la stretta connessione tra la prima (dichiarazione preliminare) e il secondo (Pef), così confermando che la legge di gara deve richiedere, come peraltro è logico che sia, una manifestazione di interesse del finanziatore coerente con quanto affermato nel Pef». Da qui la decisione di accogliere il ricorso e annullare la delibera di nomina di Guerrato a promotore del Pf.

E ora? La parola torna alla Provincia, perché i giudici, dopo aver individuato una carenza di istruttoria della commissione di gara, hanno «fatti salvi gli ulteriori provvedimenti che l'amministrazione procedente riterrà di assumere all'esito della rivalutazione dell'offerta economica della controinteressata alla luce di tutto quanto affermato nella presente sentenza». Ovviamente, resta aperta la possibilità di presentare appello al Consiglio di Stato da parte di Guerrato.

La storia: tre contenziosi in 9 anni (e non è finita)
La storia del nuovo ospedale di Trento inizia nel dicembre 2011 con la pubblicazione del bando di gara in project financing. L'individuazione di Impregilo come promotore, è stata impugnata al Tar da altri concorrenti, segnalando l'incompatibilità di alcuni componenti della commissione tecnica di gara, i quali in precedenza si erano occupati dello studio di fattibilità del futuro ospedale. Il Tar accoglie il ricorso, confermato in appello dal Consiglio di Stato, il quale conclude il primo contenzioso sull'opera annullando la deliberazione con la quale è stata nominata la commissione. Ne consegue la decadenza di tutti gli atti, incluso quello di nomina di Impregilo a promotore, ma anche la possibilità di riprendere la gara a partire dalla presentazione delle offerte. Siamo nell'ottobre 2014.

Nel giugno del 2016 la Provincia decide di revocare la gara perché pensa che il Pf non sia lo strumento più adatto a realizzare l'opera; e a settembre dello stesso anno lancia un concorso di progettazione. Intanto però si apre il secondo contenzioso perché gli operatori ricorrono al Tar contro la revoca della gara da parte della provincia. il Tar respinge il ricorso ma il Consiglio di Stato ribalta la decisione in appello, annullando la delibera di revoca della Provincia. Siamo nel settembre 2017. Con la "resurrezione" del Pf il concorso finisce su un binario morto.

A questo punto la provincia autonoma ritiene opportuno chiedere al Consiglio di Stato chiarimenti sul prosieguo della procedura. Nel febbraio 2018 Palazzo Spada risponde suggerendo di riavviare la gara in Pf applicando - come in una macchina del tempo - le norme degli appalti vigenti all'epoca del primo bando (perché intanto, tra le altre cose, è arrivato il nuovo codice appalti). Alla gara si confrontano nuovamente le due cordate di Pizzarotti e Guerrato. All'esito della procedura, nel dicembre 2019, Guerrato risulta primo in classifica e viene pertanto nominato promotore con la delibera di gennaio 2020. Sembrava la decisione finale, ma Pizzarotti - come si è visto - apre il terzo contenzioso dell'opera, impugnando la delibera di nomina di Guerrato a promotore di fronte al Tar.
La saga continua. Le parcelle degli avvocati corrono. Gli anni passano. L'opera resta sulla carta.

La pronuncia del Tar Trento

La pronuncia del Tar

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