Nuovo stop di Anac ad Asmel consortile: non può fare da centrale di committenza per i comuni
L'istruttoria nega alla società di riferimento per circa 3.900 enti locali anche il ruolo di società in house. La replica: ci siamo adeguati a tutte le prescrizioni, ora chiederemo i danni
Nuovo stop dell'Anac ad Asmel consortile. Secondo l'Autorità Anticorruzione la società che svolge le funzioni di centrale di committenza per circa 3.900 comuni associati non può essere qualificata come tale e «non dispone di alcun legittimo modello organizzativo di aggregazione di enti locali per l'aggiudicazione degli appalti», in quanto «ha assunto una natura privatistica». La presa di posizione dell'Anac arriva con la delibera n.570 del 30 novembre 2022. Il provvedimento firmato dal presidente Giuseppe Busia nega ad Asmel consortile anche l'iscrizione all'elenco delle società «in house» gestito dalla stessa Autorità.
La presa di posizione dell'Autorità Anticorruzione è giunta a seguito di un esposto della Fondazione architetti e ingegneri, che ha innescato l'istruttoria in base alla quale l'Autorità ha concluso che Asmel, quale ente di diritto privato, non risulta dotata di competenze specifiche per la gestione di gare del Pnrr, né può essere affidataria in via diretta di servizi.
La conseguenza sottolineata dall'Anac è che, dunque, ad Asmel consortile risulta precluso lo svolgimento di attività di centralizzazione delle committenze, con conseguente impossibilità per i comuni non capoluogo di provincia di utilizzare i fondi Pnrr mediante ricorso a Asmel.
Al riguardo, nella delibera si evidenzia come in base alle norme del codice appalti «la centrale di committenza può essere costituita dagli enti locali non capoluogo di provincia nella forma di associazioni, unioni, consorzi, ma occorre, in ogni caso, che sia territorialmente limitata agli ambiti di una o più aree vaste, ovvero sub regionale».
Dall'indagine effettuata dall'Autorità Anticorruzione emerge, poi, l'impossibilità per Asmel di offrire ai propri soci attività di committenza ausiliaria, gestendo le procedure di appalto in nome e per conto delle stazioni appaltanti interessate. Nella delibera Anac ribadisce anche che non essendo Asmel consortile una società in house, non è nemmeno configurabile l'affidamento alla medesima società da parte dei soci di attività di supporto ai responsabili unici del provvedimento (Rup). Né assegnare ad Asmel affidamenti diretti, al di fuori del codice appalti. Infine, Anac indica l'impossibilità di attribuire in via diretta, dunque senza espletamento delle procedure del codice, incarichi di progettazione ad Asmel consortile.
Dall'Autorità non mancano di segnalare come la questione assuma grande rilevanza «in quanto moltissime amministrazioni comunali si sono avvalse e si avvalgono della società, che si è attribuita immotivatamente e senza fondamento della qualifica di Centro di competenza Pnrr (figura peraltro non rinvenibile nella normativa)».
L'Anac non risparmia neppure l'atteggiamento tenuto dagli enti locali che fanno ricorso ai servizi resi dalla società. «In tale contesto - si legge nella delibera - , risulta palesemente censurabile il comportamento degli Enti locali soci, che fanno ricorso alle attività di supporto di Asmel al di fuori dell'applicazione delle procedure di affidamento prescritte dal vigente codice dei contratti, tenuto conto di quanto rilevato dalla medesima società consortile di poter "….vantare un'attività di supporto operativo, dal 2013 ad oggi, su oltre 6.200 gare"» , «nei riguardi "di oltre 1.600 Enti pubblici locali, Comuni o loro aggregazioni"».
Il provvedimento, fanno sapere da Anac, nella sostanza si configura come una « diffida da parte di Anac a utilizzare una qualificazione non corrispondente ai fatti, e l'avvertimento a Comuni e amministrazioni comunali nel momento in cui si avvalgono della consulenza di Asmel consortile che essa non può garantire ciò che promette».
Punti che non fanno arretrare Asmel, che anzi per bocca del segretario generale Francesco Pinto rilancia. «Questa istruttoria ci pare oltremodo curiosa - dice Pinto -: aperta sulla base di una segnalazione sulla pretesa illegittimità a definirci centrale di committenza Pnrr porta l' Anac a concludere solo oggi, dopo che Asmel consortile ha pubblicato circa 7mila gare per un transato di oltre 6 miliardi di euro, che la sua attività sarebbe stata illegittima. Finora ci siamo adeguati a tutti gli appesantimenti burocratici richiesti dall'Anac - conclude Pinto - . Ora la misura è colma: non ci limiteremo a fare ricorso, ma chiederemo i danni in sede civile e proporremo alla politica di cambiare nome all'Autorità, definendola Agenzia nazionale per l'aumento delle complicazioni».