Fisco e contabilità

Oggi il confronto governo-maggioranza sulla salva-conti degli enti locali

Possibile soluzione in due tappe per chiudere entro fine maggio i rendiconti 2020 e i preventivi 2021-23

di Gianni Trovati

Si terrà oggi il tavolo di confronto fra governo e maggioranza per definire gli interventi anti-default negli oltre 800 Comuni a rischio dopo la bocciatura costituzionale del ripiano in 30 anni per l'extradeficit da anticipazione di liquidità (sentenza 80/2021).

Il tavolo serve in realtà prima di tutto a raccogliere gli allarmi dei partiti che da Leu ai Cinque Stelle, passando per il Pd e la Lega, hanno fatto a gara per segnalare la propria vicinanza ai Comuni e la necessità di intervenire per evitare i dissesti a catena. La possibile soluzione che sarà esaminata in vista del decreto sostegni-bis è quella anticipata nei giorni scorsi (Nt+ Enti locali Edilizia dell'11 maggio). Una soluzione in due tappe che prima di tutto permetta agli enti locali di chiudere entro fine maggio i rendiconti 2020 e i preventivi 2021-23 al netto degli effetti della sentenza della Consulta, e che offra al governo qualche settimana in più per studiare l'intervento a regime.

Anche su questo punto, in realtà, le ipotesi sono già sul tavolo, e si riducono essenzialmente a due. La prima è una soluzione più "contabile", che faccia rientrare il problema dell'extradeficit nell'alveo del riaccertamento straordinario del 2015 (le anticipazioni sblocca-debiti alla base del lungo botta e risposta con la Consulta sono del 2013) e riapra quindi le porte al ripiano trentennale che sono state chiuse dalla sentenza 80/2021. L'alternativa è più "finanziaria", e passa da un aiuto statale per coprire nel breve giro di pochi anni (tre o cinque) i circa 2,5 miliardi di deficit da anticipazione presenti nei bilanci comunali (la cifra sale verso quota 3 miliardi con Città metropolitane e Province).

La prima ipotesi ha il pregio di evitare al Mef la necessità di vincolare risorse importanti (più o meno vicine al miliardo all'anno a seconda delle diverse impostazioni in gioco) in un momento nel quale le difficoltà del decreto sostegni-bis evidenziano che anche la coperta da 40 miliardi di deficit approvata dal Parlamento è troppo corta per soddisfare tutte le esigenze. Ma ha il difetto di riproporre per la terza volta quel calendario trentennale che la Consulta ha già cancellato in due occasioni per ragioni più sostanziali che contabili. «Per evitare i dissesti servono soldi veri o interventi seri», ha detto ieri il presidente della Corte costituzionale Giancarlo Coraggio. L'ipotesi della copertura statale metterebbe soldi veri. Resta da capire se invece la strada dell'interpretazione contabile per riportare la questione nel vecchio riaccertamento straordinario rientri nel novero degli «interventi seri».

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