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Oice, progettazione in calo a giugno ma il primo semestre chiude in rialzo: +27% bandi e +26% valori

Scicolone: preoccupail ricorso agli affidamenti diretti fino a 150mila euro, una disposizione che per il nostro settore porterà a una riduzione del 75% del numero delle gare

di Al. Le.

Il primo semestre del 2020 di gare di progettazione sembra non sentire il peso della pandemia, grazie anche al dato boom registrato a maggio. Il periodo - secondo l'osservatorio Oice/Informatel - si chiude infatti con 1.733 bandi per un valore di 411,8 milioni: +27,4% pe ril numero e +26% per il valore sui primi sei mesi del 2019.
A giugno, però, dopo il boom del mese precedente, si registra un assestamento del mercato: le gare sono 253 per 46,0 milioni e calano del 13,9% in numero e del 72% in valore su maggio, ma rispetto a giugno 2019 crescono del 2,4% e del 22,4 per cento. In calo gli accordi quadro: 10 bandi per 131,8 milioni. Al netto degli accordi quadro il risultato di giugno raggiunge i 246 bandi per 38,2 milioni; rispetto ai dati di maggio, anch'essi depurati dagli accordi quadro, significa una riduzione pari al 14,1% per le gare ma in crescita del 17,4% in valore.

Per il presidente dell'Oice Gabriele Scicolone, «con giugno si chiude un semestre strano, ma tutto sommato positivo, stando ai numeri, che nell'ultimo mese vedono un assestamento dopo gli scossoni dei primi mesi dell'anno. I dati semestrali del mercato della progettazione sono positivi e sembrano non sentire gli effetti del covid-19, anche se bisogna tenere conto del forte impatto degli accordi quadro messi in gara che, però, come sappiamo, senza una rapida messa a regime attraverso i contratti attuativi, rischiano di rimanere domanda potenziale di ingegneria. In tale senso rappresenta un primo segnale positivo quanto previsto nel "decreto semplificazioni" che chiede alle amministrazione di attivare gli accordi quadro in essere e di aggiudicare le gare entro tempi certi, nostre proposte di questi ultimi mesi. Mi preoccupa, invece, il ricorso agli affidamenti diretti fino a 150mila euro anche per le progettazioni; una disposizione che, per il nostro settore, porterà ad una riduzione del 75% del numero delle gare, anche per l'effetto derivante dalla parcellizzazione degli incarichi di maggiore importo. Un effetto collaterale del quale, probabilmente, non si è tenuto conto e sul quale, mi auguro, si possa ripensare. Peraltro, anche la disciplina sopra soglia UE, prevista dal decreto, applicabile a tutti i settori di intervento, finisce per essere particolarmente derogatoria a tutte le norme del codice, eccettuati i principi generali e la normativa antimafia». Continua Scicolone: «Va bene semplificare ma non in maniera semplicistica. Il rischio è quello di reintrodurre malcostume e, ancor più, di penalizzare chi è da anni sul mercato in concorrenza, investendo su qualità e innovazione, senza alcuna garanzia e controlli ex post su qualità ed efficacia della spesa».

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