Regioni

Opere incompiute, sul podio Sicilia, Sardegna e Molise

In un caso su cinque il motivo è il fallimento dell'impresa. Il ministero in diminuzione il numero delle opere pubbliche avviate e non finite

di M.Fr.

Tra le opere incompiute bandite dalle amministrazioni regionali, il record - sia in numero che in valore - spetta alla Sicilia: ben 138 opere incompiute per un valore di quasi 402 milioni (e oltre 284 milioni di euro di fondi necessari al completamento). Alle spalle della Sicilia c'è la Sardegna, con 47 opere per 241,4 milioni di euro. Terza c'e la piccola regione del Molise, che "vanta" 11 incompiute per il rispettabile importo di 133,7 euro. La principale regione italiana per Pil - la Lombardia - è solo quarta in classifica, con 107,45 milioni di euro per 19 opere. Tutte le altre regioni, a partire dalla quinta in classifica - la Calabria (20 opere per 68,4 milioni) - sono sotto i 100 milioni di incompiute. L'are più virtuosa è il nordest, con il Veneto che risulta avere solo 8 opere per 14,2 milioni di euro, il friuli con due interventi (per un importo totale sotto il milione di euro), e le due province autonome di Trento e Bolzano completamente estranee al fenomeno.

Questo il quadro delle incompiute che riguardano le amministrazioni regionali, come emerge dall'ultima rilevazione diffusa dal ministero delle Infrastrutture, con aggiornamento al 31 dicembre 2021. Per quanto riguarda gli appalti mandati in gara da amministrazioni centrali, il Mims ha censito 15 opere per 657 milioni di euro. Il dato è in consistente diminuzione rispetto all'aggiornamento di un anno fa, dal quale risultavano 26 incompiute per quasi 1 miliardo e mezzo, pari cioè a un calo del 55,9%. Complessivamente, al 31 dicembre 2021 risultano 379 opere, 64 in meno rispetto all'aggiornamento dell'anno prima (-14,4%). Per quanto riguarda le opere di competenza delle Pa locali, il dato segna una riduzione da 417 a 364 (-12,7%). L'importo degli interventi necessari per completare le opere è pari a circa a 1,2 miliardi di euro, con una riduzione del 45,7% rispetto al valore del 2020.
Per quanto riguarda la causa del mancato completamento delle opere pubbliche, il Mims riferisce che in base alle informazioni raccolte (a partire dal 2021) risulta che in 153 casi (40%) la mancanza di fondi è la causa dell'interruzione del processo di completamento dell'opera. In 115 casi (30%) si rilevano problemi tecnici, per 69 opere (18%) la causa è stata il fallimento, il recesso oppure la risoluzione contrattuale dell'impresa. Per 21 opere (6%) l'interruzione è da attribuire a sopravvenute nuove norme tecniche o disposizioni di legge, per 15 opere (4%) si riscontra un mancato interesse al completamento, mentre per 6 opere (2%) concorrono più cause contemporaneamente.

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