Personale

Piao, arriva (dopo un anno) il «piano integrato»

Il Dpr che oggi va in consiglio dei ministri serve a superare i vecchi documenti di programmazione

di Gianni Trovati

Il decreto che semplifica gli atti di programmazione della Pa arriva al traguardo del via libera finale. Ma ci arriva a quasi un anno dal decreto sul «reclutamento» (l’80 del 2021) che l’ha introdotto. Perché «semplificare è complicato», come ha riconosciuto anche il ministro per la Pa Renato Brunetta nell’audizione di martedì al Senato. Il Dpr che oggi va in consiglio dei ministri serve a superare la pletora dei vecchi documenti di programmazione che ora confluiscono nel «Piao», il Piano integrato di attività e organizzazione. Proprio perché «integrato», il piano punta a sostituire l’elenco sterminato dei singoli piani su trasparenza, fabbisogni di personale ma anche «azioni positive», «azioni concrete» alle «dotazioni strumentali» e così via, in un vocabolario che fuori dagli uffici pubblici fatica a trovare significato. L’idea è di sostituire con una programmazione unica effettiva otto vecchi “piani” rimasti fatti solo della carta in cui erano scritti: idea ambiziosa.

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