Personale

Pa, Dadone: piano per decine di migliaia di nuove assunzioni e lavoro agile su risultato

Programma per svecchiare l'organico con il Recovery fund e a gennaio un programma organico per lo smart working

di Mauro Salerno

In arrivo una pesante iniezione di personale nella Pa. L'annuncio che la ministra Fabiana Dadone aveva anticipato qualche giorno fa in audizione al Parlamento, segnalando l'intenzione di usare il Recovery fund per svecchiare i ranghi della pubblica amministrazione, ha trovato conferma e qualche dettaglio in più. Parlando ai microfoni di Radio 24 (24 Mattino) la ministra ha provato a quantificare tempi e portata del programma straordinario delle nuove assunzioni. "Da qui a dicembre - ha detto Dadone - tra le prove che si riattiveranno, concorsi scritti che devono essere conclusi e preselettive che apriamo siamo nell'ordine delle decine di migliaia".

Il nuovo piano di reclutamento dovrebbe servire non solo a ringiovanire la Pa ma anche a dotarla di nuove competenze, come la ministra aveva spiegato in Parlamento. "Bisogna ripensare i modelli di formazione - aveva detto Dadone - , anche a distanza, del personale pubblico e investire non solo sul personale con competenze giuridico-amministrative, ma sulle competenze tecniche e informatiche". "Viene ripetuto da anni - ha aggiunto - che la Pa ha bisogno di ingegneri, geologi, architetti e non solo di giuristi. Soprattutto servono competenze utili alla gestione dei finanziamenti europei, che vadano oltre le semplici competenze amministrative".

In merito alla proposta di una cassa integrazione per i dipendenti pubblici la ministra ha risposto oggi derubricando l'idea al rango di mera "provocazione". "A noi serve più personale e più personale qualificato perché l'amministrazione pubblica e in sottorganico e servono delle nuove modalità di reclutamento". Quanto alle modalità di svolgimento dei concorsi la ministra ha precisato: "Vorrei fare concorsi non per grandi numeri ma più spezzettati e dilazionati".

Un passaggio importante è stato dedicato anche alla nuova modalità di lavoro agile che la ministra ha detto di voler diffondere il più possibile nella Pa. "La vera grande sfida da gennaio in avanti - segnala la ministra - sarà quella di mettere a sistema con un piano organizzativo il lavoro agile". L'obiettivo, impossibile da non definire ambizioso, è quello di guardare più ai risultati che alle ore svolte dal personale pubblico coinvolto. Questo nuovo tipo di lavoro, ha concluso infatti la ministra dovrà avere "delle caratteristiche che siano più ordinarie e meno straordinarie, con l'ottica di improntarlo sul risultato e non sull'orario o sulla presenza fisica" del dipendente.

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