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Pa digitale, Corte dei conti: netto divario tra gli enti nell'attuazione del piano triennale per l'informatica

Ma, in generale, è buono il grado di diffusione tra le Regioni delle piattaforme Spid, PagoPA, NoiPA e Anpr

di Daniela Casciola

Netto divario digitale tra gli enti territoriali, secondo fattori sia geografici che dimensionali. Ma, in generale, è buono il grado di diffusione in Regioni e province autonome delle piattaforme abilitanti Spid, PagoPA, NoiPA e Anpr. Sono i risultati della rilevazione della Corte dei conti sullo stato di attuazione del Piano Triennale per l'Informatica: «8.036 gli enti coinvolti nella compilazione, 7.273 i questionari completati (pari al 90,51% del totale)», il cui referto al Parlamento è contenuto nella delibera della Sezione Autonomie n. 15/2020. Infatti, le Regioni, le Province autonome e le 12 Città con popolazione superiore a 250.000 abitanti, conseguono, nella maggioranza dei casi, gli obiettivi del Piano triennale 2017-2019, con valori nella media o superiori che si concentrano, prevalentemente, nei distretti economicamente più sviluppati del Paese, nel Centro-Nord, e in particolare nell'area del Nord-Est. Negli enti locali, invece, la diffusa frammentazione in comunità di piccole dimensioni, il 93% delle quali è costituita da collettività con popolazione inferiore a 20.000 abitanti, incide negativamente sul grado di attuazione degli obiettivi del Piano triennale per l'informatica.

Carenze e inadeguatezze sono emerse sia nei criteri di selezione della figura preposta a guidare i processi di digitalizzazione nella Pa, il Responsabile per la Transizione Digitale, figura nominata solo dal 36,7% delle amministrazioni territoriali e nel 67,9% dei casi fra soggetti privi di specifiche competenze nel campo, sia nel campo della formazione delle risorse umane nelle tecnologie dell'informazione (IT), uno degli elementi di debolezza strutturale del Paese, secondo il recente report Digital Economy and Society Index della Commissione europea.

Uno dei punti qualificanti del Piano triennale prevede la progressiva dismissione dei data center obsoleti e inefficienti e la migrazione dei servizi pubblici verso il Modello Cloud della Pa, con l'obiettivo di ridurre i costi di gestione delle infrastrutture IT in favore di maggiori investimenti in nuovi servizi digitali: anche in questo caso, come per la diffusione delle principali piattaforme abilitanti, si evidenziano livelli di adesione superiori alla media nei 12 Comuni con popolazione superiore ai 250.000 abitanti (fascia 7) e, a seguire, nelle Regioni e Province autonome. La media del livello di adesione risulta invece pari a zero nelle prime due fasce di Comuni, con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, e nelle Province e Città metropolitane appartenenti al contesto geografico delle isole.

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