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Pa, ecco il piano integrato: negli enti locali 120 giorni di tempo dopo il rinvio dei bilanci

Schema semplificato per i piccoli. Verso il rinvio del debutto negli enti locali

di Gianni Trovati

Il «Piano integrato di attività e organizzazione» che dal prossimo anno sostituirà con un documento unico la miriade di atti di programmazione chiesti agli enti pubblici poggerà su tre colonne: quella dedicata a «Valore pubblico, performance e organizzazione», chiamata a indicare i programmi su semplificazione, digitalizzazione, performance e trasparenza, il capitolo su «Organizzazione e capitale umano», in cui andranno individuati fabbisogni e capacità assunzionali e le modalità organizzative per sviluppare il lavoro agile a regime, e il «Monitoraggio» per fare in modo che i programmi non rimangano solo sulla carta.

Il «Piao» prende forma con il decreto attuativo che ieri ha ricevuto l’intesa in Conferenza Unificata. «È il coronamento del percorso avviato nel 2009», sottolinea il ministro per la Pa Renato Brunetta ribadendo il trait d’union fra la riforma che porta il suo nome e le misure di oggi, dopo la lunga parentesi che con i tagli prodotti dalla crisi del debito sovrano ha impedito il decollo di tanti contenuti decisi allora. E in effetti nei 12 articoli del testo sono molti i riferimenti al decreto legislativo 150, che nei passaggi chiave guida contenuti, responsabilità e controlli del nuovo documento. Insieme al decreto, la Funzione pubblica ha costruito un dettagliato quadro di istruzioni per la costruzione del Piano e un modello tipo per le amministrazioni.

In fatto di performance, le Pa devono fissare accanto agli obiettivi di semplificazione quelli di accessibilità, fisica e digitale, per gli utenti over 65 e disabili. Ma fra i contenuti innovativi c’è anche la richiesta di sviluppare le azioni per «l’incremento del benessere economico, sociale, educativo, assistenziale, ambientale» di cittadini e imprese. Sull’anticorruzione il Piano si muove su due binari, con una via decisamente semplificata nelle Pa con meno di 50 dipendenti: in quel caso è predefinito anche l’elenco delle aree a rischio, che è limitato a concessioni, contratti, sussidi e concorsi, oltre alle articolazioni aggiuntive che potranno essere individuate dal Responsabile anticorruzione.

Il via libera a Dm, istruzioni e modelli segna il passo decisivo per l’attuazione, ma il debutto potrebbe slittare di qualche mese rispetto al 31 gennaio (la nuova data sarà indicata nel Milleproroghe). Negli enti locali, poi, lo slittamento è ancorato a quello, probabile, dei bilanci: il primo anno, infatti, il termine per l’adozione del Piano scadrà 120 giorni dopo il preventivo, mentre dal 2023 si tornerà alla finestra ordinaria di 30 giorni.

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